Una condanna “attesa”, almeno dal principale imputato: l’ex governatore della Regione Sicilia Raffaele Lombardo. Il gup di Catania Marina Rizza lo ha condannato a 6 anni e 8 mesi di reclusione per concorso esterno in associazione mafiosa e voto di scambio. La Procura aveva chiesto 10 anni. In realtà l’ex governatore è stato assolto per il capo d’imputazione relativo ai rapporti con il clan mafioso dei Cappello, ma sono stati ritenuti per il resto provati i suoi contatti con Cosa nostra.
Oltre alla relcusione, il Gup ha inflitto anche la pena accessoria dell’interdizione dai pubblici uffici per un anno. Con la stessa decisione, è stato rinviato a giudizio il fratello dell’ex presidente, Angelo Lombardo, ex deputato Mpa, imputato degli stessi reati. Per lui il processo col rito ordinario si aprirà il prossimo 4 giugno davanti al Tribunale di Catania. Infine, il Gup ha disposto la trasmissione degli atti alla Procura per valutare la posizione di Mario Ciancio Sanfilippo, editore del quotidiano “La Sicilia”.
Il commento dell’ex governatore, che si era dimesso dopo essere stato rinviato a giudizio il 31 luglio del 2012, è stato laconico: “E’ l’epilogo naturale di questo processo. Me lo aspettavo. Stamattina l’avevo detto a mia moglie”. Di tutt’altro tenore quello del procuratore di Catania, Giovanni Salvi: “Abbiamo fatto un lavoro importante, con una procura unita che ottiene un bel risultato. Oggi è avvenuto un fatto storico si ha per la prima volta la condanna per concorso esterno in associazione mafiosa per un presidente della Regione siciliana. Frutto di un lavoro importante che ha avuto anche collaboratori importanti a sostegno dell’accusa”.