Ripartire dal condominio per far ripartire l’Italia. E’ la proposta dell’ANAMMI, l’Associazione Nazional-europea AMMinistratori d’Immobili, in vista della “Fase 2”.
“In tempi di guerra al coronavirus, gli amministratori di condominio hanno indossato la mascherina ed hanno continuato a lavorare – afferma Giuseppe Bica, presidente dell’Associazione – pur non avendo ricevuto indicazioni chiare dalle istituzioni, tranne l’invito allo smart working e al divieto di assemblea, i professionisti del settore hanno tenuto duro e sono andati avanti”.
Stando alle segnalazioni degli oltre 13mila associati ANAMMI, il blocco della attività produttive sta già producendo un primo contraccolpo negativo: l’aumento della morosità condominiale, che potrebbe crescere di almeno il 10%. “Comprendiamo il momento – spiega Bica – ma se non ci sarà almeno una parziale ripresa dell’economia, il secondo semestre del 2020 potrebbe essere disastroso anche per gli amministratori”.
In Italia, il 60% della popolazione vive in condominio: secondo l’ANAMMI, questo dato è essenziale per progettare la ripartenza. “Come categoria, non chiediamo fondi, ma di lavorare in sicurezza, potendo contare sui necessari Dpi – rilancia il presidente Bica – al fine di tutelare operatori e condòmini”.
Ma se davvero si vuole riaccendere il motore del Paese, “è necessario far ripartire i cantieri, non soltanto delle grandi aziende, ma anche quelli medio-piccoli, legati alla manutenzione ordinaria e alle ristrutturazioni condominiali”. Per questa ragione, l’Associazione rilancia sul “bonus facciate”, agevolazione che, a causa della pandemia, potrebbe saltare.
Il bonus prevede infatti una serie di passaggi e di adempimenti che il blocco delle assemblee condominiali ha praticamente fermato, mettendo in forse i tempi delle ristrutturazioni. Inoltre per avviare l’iter occorre la delibera dell’assemblea condominiale con il voto della maggioranza degli intervenuti all’assemblea e la metà del valore dell’edificio, ovvero 500 millesimi. Essendo ferme le assemblee fino a data da destinarsi, l’intero processo decisionale è bloccato. Se si considera che, al fine di documentare gli esborsi, entro dicembre è necessario aver effettuato i pagamenti dei lavori, il timore che la detrazione sia impossibile da realizzare è forte.
“Chiediamo ancor una volta al Governo una proroga sul termine dei pagamenti relativi al bonus fino al 2021, in modo da completare gli adempimenti richiesti per l’agevolazione. Dilazionare i tempi della detrazione aiuterebbe l’edilizia e consentirebbe di svecchiare il nostro patrimonio immobiliare, che ha urgente bisogno di essere reso più efficiente, sia dal punto di vista energetico che statico”.
L’Associazione, in questi giorni, ha già definito alcune raccomandazioni per i suoi oltre 13mila iscritti, cercando di sostenere gli associati nelle scelte quotidiane. “Ai nostri soci – conclude il presidene dell’ANAMMI – raccomandiamo di agire in scienza e coscienza, seguendo le regole professionali e le leggi vigenti. Del resto, laddove ci sia bisogno di interventi urgenti, l’amministratore può agire senza assenso preventivo”. Gli stessi condòmini potranno poi ratificarne l’operato in un’assemblea tradizionale.