“L’economia digitale rivoluzionerà ogni settore commerciale e comporterà stravolgimenti nel funzionamento di quasi tutti i settori portando con sé nuove opportunità economiche, ridando lavoro a milioni di persone e creando una società più sostenibile”. E’ quanto afferma Jeremy Rifkin nel suo ultimo articolo dove spiega come un’Europa Green, Smart e digitale possa creare milioni posti di lavoro. Il piano che darà vita a questa rivoluzione si chiama “Europa Digitale”, un nuovo percorso che tra il 2015 ed il 2020 mira a creare un mercato unico integrato ad alta tecnologia in grado di unire 500 milioni di cittadini e 28 stati membri. Oggi l’Europa sta ponendo le basi per la terza rivoluzione industriale ma è necessaria la corrispondenza di tre fattori interagenti: nuove tecnologie di comunicazione, nuove fonti di energia, e nuove modalità di trasporto. La digitalizzazione di questi elementi comporta, però, dei rischi dovuti alla garanzia della neutralità della rete, alla prevenzione di monopoli privati, alla protezione della privacy personale su cui la Commissione Europea sta già lavorando. La comunicazione digitalizzata ed interattiva sta convergendo un’internet dell’energia rinnovabile digitalizzata ed un’internet dei trasporti automatizzati e della logistica per dar vita ad una super internet delle cose.
L’internet dell’energia si basa su cinque pilastri fondamentali che devono essere simultanei per operare in modo efficiente:
1) introduzione di tariffe vantaggiose ed altri incentivi per incoraggiare alla trasformazione di edifici e siti in impianti di micro generazione distribuita di energia;
2) ristrutturazione secondo criteri di efficienza energetica di tutte le infrastrutture con installazione di impianti di energia rinnovabile;
3) installazione di tecnologie di accumulo energetico sia in impianti locali di produzione che lungo reti elettriche;
4) installazione di contatori avanzati in ogni edificio ed introduzione di altre tecnologie digitali;
5) allestimento nei parcheggi di stazioni di ricarica per veicoli elettrici e ad idrogeno.
L’introduzione e l’integrazione di tali cinque pilastri trasforma la rete elettrica da sistema alimentato da fonti fossili e nucleari a sistema alimentato da energie rinnovabili in cui ogni azienda, quartiere, abitazione, diventano produttori e consumatori di energia. L’internet della Logistica e Trasporto automatizzato è fondato su quattro pilastri:
1) installazione delle stazioni di ricarica per consentire alle automobili ed altri veicoli di rifornirsi e di immettere elettricità in rete;
2) inserimento dei sensori in tutti i dispositivi attraverso le reti della logistica per permettere a fabbriche, dettaglianti, magazzini e grossisti di avere dati aggiornati sui flussi logistici che riguardano le filiere produttive;
3) immagazzinamento e transito standardizzato di beni fisici in modo da superare punti di passaggio senza impedimenti e ritardi analogamente ai flussi di informazioni trasmessi attraverso il World Wide Web;
4) aggregazione in reti di collaborazione di tutti gli operatori lungo corridoi logistici. La piattaforma dell’Internet delle Cose fornisce dati logistici in tempo reale ed ogni settore sarà rivoluzionato. Ciò richiede, naturalmente, un periodo di trenta-quaranta anni, non può essere un processo istantaneo.
Esiste un modello di produzione manifatturiera che accompagna l’economia dell’Internet delle Cose, la stampa 3D, dove un programma informatico istruisce un braccio collegato a materiale da fusione in cartuccia o filamento, a costruire, all’interno di una stampante un prodotto fisico, strato dopo strato, creando un oggetto completo, dotato persino di parti mobili, che alla fine viene estratto dalla stampante. Molti sono già gli oggetti creati come prodotti di gioielleria e di aerei, ricambio di protesi ecc. ed il software per programmare e stampare prodotti fisici è open source. Tutto ciò stimola la crescita dell’Economia della condivisione, ad esempio milioni di cittadini e proprietari di case stanno condividendo le loro abitazioni con molti viaggiatori, a costo vicino allo zero, utilizzando servizi on line come Airbnb e Couchsurfing. “L’Unione Europea è potenzialmente il più grande mercato unico del mondo con 500 milioni di consumatori dei propri Stati Membri ed altri 500 milioni dei Paesi associati nelle regioni del partenariato e del Nord Africa. La realizzazione di una piattaforma dell’Internet delle Cose consentirà ad imprese tradizionali di produrre e distribuire prodotti e servizi di vasta gamma a costo marginale quasi zero nell’Economia della Condivisione, con enormi benefici economici per la società”.