“Lo confermo. Sono Elena Ferrante. Ma questo ritengo non cambi nulla nel rapporto dei lettori con i libri della Ferrante” con questo tweet apparso nella notte Anita Raja, la traduttrice indicata dal Sole 24 Ore come la penna che si nasconde dietro lo pseudonimo di Elena Ferrante, sembrava aver risolto uno dei segreti meglio custoditi dell’editoria italiana. Caso risolto? Nient’affatto, perche’ nelle scorse ore la casa editrice E/O ha smentito categoricamente la notizia chiarendo che il profilo e’ un fake. La pagina e’ stata aperta solo stanotte: “Ritengo volgare e pericoloso il modo in cui si e’ voluti arrivare a pretendere di svelare un’identita’ violando privacy e regole. Ma pazienza”, si afferma nel profilo aperto a nome di Raja. Poi si aggiunge: “Vorrei solo chiedere, ora che la curiosita’ che durava da anni e’ stata esaudita, di lasciarmi vivere (e scrivere) in pace”. “Quei libri sono e resteranno di Elena, non miei. Non intendo parlare in alcun modo in prima persona o rilasciare interviste e dichiarazioni” conguetta ancora. Il caso ero scoppiato domenica, quando il supplemento cultura del ‘Sole 24 Ore’ ha rivelato che dietro lo pseudonimo di Elena Ferrante si celerebbe Anita Raja, moglie dello scrittore Domenico Starnone. In un’inchiesta dettagliata, condotta insieme con la tedesca Faz, la New York Review of Books e i giornalisti francesi di Mediapart, la ‘Domenica’ del Sole ha analizzato il boom di introiti registrato dalla casa editrice e/o – che ha pubblicato la tetralogia – e quelli della Raja, formalmente solo una traduttrice dal tedesco che lavora come freelance. Il lungo articolo smentisce anche le malelingue secondo cui la vera mano dietro il successo planetario della Ferrante sarebbe quella dello stesso Starnone: negli anni il suo reddito non e’ cambiato in modo da giustificare le voci, mentre i compensi versati dalla casa editrice di Sandra Ozzola e Sandro Ferri alla Raja sono aumentati del 150 per cento in pochissimi anni.