Secondo stime SVIMEZ contenute nel Rapporto di previsione territoriale presentato ieri alla Camera dei Deputati, l’Italia continua a essere spaccata in due: nel 2014 il Pil italiano dovrebbe crescere dello 0,6%, quale risultato del +1,1% del Centro-Nord e del -0,8% del Sud. Una crescita modesta, una pur sempre apprezzabile inversione di tendenza, limitata però al Centro-Nord. Sul fronte dell’andamento dei consumi, nel 2014 l’Italia segna un +0,1%, che diventa nel 2015 +0,4%. Ma l’andamento delle due aree diverge: se i consumi delle famiglie crescono al Centro-Nord nel 2014 dello 0,3% e nel 2015 dello 0,7%, al Sud, rispettivamente, si registra un calo dello 0,5% e dello 0,1%. Giù anche gli investimenti: nel 2014 il Sud segna -1,1% contro -0,4% del Centro-Nord. Se questo dato venisse confermato, nel 2014 la caduta degli investimenti al Sud rispetto al periodo pre-crisi arriverebbe al 35%.
Da segnalare, a testimonianza della gravità della crisi, l’ulteriore perdita di posti di lavoro, -1,2% al Sud nel 2014, cui corrisponde +0,2% nel Centro-Nord. Se confermati questi dati porterebbero al Sud nel 2014 rispetto al 2007 a quasi 800mila posti di lavoro in meno (pari a una flessione del 12%). In un panorama fortemente negativo, “tengono” le esportazioni: Segno positivo in entrambe le ripartizioni, che registrano rispettivamente nel 2014 +1,4% nel Sud +2,7% nel Centro-Nord
Le previsioni regionali per il 2014 e 2015:
Pil e occupazione – A livello regionale nel 2014 segno negativo solo nelle regioni del Mezzogiorno, mentre crescono il Centro (+0,2%), il Nord-Est (+1,4%) e Nord-Ovest (+1,5%). Più in particolare nel 2014 la forbice oscilla tra la crescita della Lombardia (+1,7%) 4,3%) e il calo della Calabria (-1%). L’Emilia Romagna cresce dell’1,5%, il Veneto dell’1,4%, il Piemonte dell’1,2%. Nel Mezzogiorno la caduta più contenuta è in Abruzzo (-0,4%). Seguono Molise e Puglia a -0,7%, Basilicata e Sardegna a -0,8%, Campania e Sicilia a -0,9%.
Stessa dinamica prevista per il 2015: se il Mezzogiorno cala dello 0,3%, il Centro cresce dello 0,9%, il Nord- Est dell’1,8% e il Nord-Ovest del 2,2%. A trainare la ripresa nel 2015 ancora la Lombardia, +2,5%, seguita da Veneto ed Emilia Romagna (+1,9%), e il Piemonte (+1,6%). Fra le regioni del Mezzogiorno ancora nel 2015 i segni sono tutti negativi, ma oscillano tra -0,1% dell’Abruzzo e -0,5% della Calabria.
Quanto all’occupazione, l’Italia si conferma spaccata in due, con le regioni meridionali segnate sia nel 2014 che nel 2015 da segni negativi. In particolare, nel 2014 le perdite dell’occupazione sono comprese tra -0,8% in Abruzzo e -1,3% in Calabria e Sicilia; nel 2015 tra il -0,4% sempre dell’Abruzzo e il -0,8% della Calabria.