Il dossier regionale sulle povertà, realizzato dalla Delegazione regionale Caritas della Campania, è giunto all’ottava edizione. Le diocesi in rete, che hanno fornito i dati dei loro Centri di Ascolto nel 2013, sono state 16 per un totale di 10.543 persone. Per quest’anno si registra un aumento delle situazioni di povertà e di disagio sociale a livello regionale. L’altro dato in forte aumento è la percentuale degli italiani rivoltisi ai CdA rispetto agli stranieri. Con l’inizio della crisi la percentuale italiana ha cominciato a cresce ogni anno sempre più rapidamente, fino a superare quella migrante. Quest’anno la componente degli italiani si attesta al 60,2%. Secondo i dati c’è un aumento dell’età degli utenti, al punto che per la prima volta la classe dai 45 ai 54 anni è divenuta quella più ampia.
Certamente questo dato è legato sia all’aumento della componente italiana, notoriamente più anziana di quella straniera, sia ad un rapido invecchiamento della popolazione che riguarda l’Italia come la Campania, pur se quest’ultima resta comunque la regione più giovane d’Italia. Si segnala, però, uno specifico fenomeno relativo all’aumento di persone cinquantenni che hanno perso il lavoro. Sono principalmente padri di famiglia che, nonostante gli sforzi quotidiani, non riescono più a trovare una nuova occupazione. Si conferma che nei Centri di Ascolto è soprattutto la famiglia ad essere protagonista. Dall’analisi dello stato civile emerge che oltre la metà degli utenti sono coniugati, mentre la tipologia di convivenza rivela che sono in netta maggioranza coloro che vivono con propri familiari o parenti: quasi sette su dieci. Se si analizza poi il dato riferito solo agli italiani si raggiunge l’82,4%. Pur se la famiglia è la presenza principale nei CdA, risulta comunque significativa la componente di persone senza dimora. Questi in percentuale rappresentano il 6,4% delle presenze, ovvero 675 persone: anche il loro numero è cresciuto nel tempo.
Questo fenomeno, però, sembra quasi ridimensionato a causa della forte crescita del numero di famiglie in difficoltà. I senza dimora sono per lo più migranti, a dimostrazione della maggiore fragilità sociale degli stranieri. Eppure i migranti dimostrano di essere in possesso di un livello di istruzione superiore a quello degli italiani. Molto spesso, però, sono impegnati in lavoro poco qualificati rispetto alle loro potenzialità, con uno spreco evidente di risorse umane. In questo quadro i rapporti di genere sono rimasti immutati. Le donne continuano ad essere maggiormente presenti nei Centri di Ascolto Caritas. Ciò vale sia per le italiane, sia per le straniere. Certamente permangono forti discriminazioni nei loro confronti: sia lavorative, sia relativamente alle opportunità di raggiungere un livello adeguato di istruzione. Si è dimostrato, infatti, che i tassi di occupazione femminili sono nettamente più bassi di quelli maschili, pur se negli ultimi anni si è registrata una lieve ripresa.
Altrettanto vale per i livelli di istruzione, nettamente più bassi per le donne. In quest’ultimo caso, però, le tendenze sono estremizzate: o le donne presentano livelli bassissimi o, al contrario, eccellono in quelli più alti. Nonostante ciò, l’eccesivo ricorso al CdA dipende soprattutto dalla necessità di chiedere aiuto per i loro familiari piuttosto che per se stesse. Le richieste maggiori sono quelle di beni e servizi materiali, di lavoro e di sussidi economici. Anche qui però ci sono differenze in base alla cittadinanza: gli italiani chiedono più beni materiali e sussidi economici, gli immigrati soprattutto lavoro.