di NADIA PEDICINO
Più 123% la crescita del traffico merci nel Mediterraneo negli ultimi 13 anni. Il 33,7% del valore aggiunto dell’economia del mare è prodotto nel Mezzogiorno (14,7 miliardi di euro) dove si trova il 38,6% degli occupati del settore; i porti del Sud movimentano il 45,7% del traffico container e il 47% del traffico merci; il 60% dell’interscambio del Mezzogiorno avviene via mare con 55 miliardi di euro.
E’ quanto emerge dal Secondo Rapporto Annuale “Italian Maritime Economy. Rischi e opportunità al centro del Mediterraneo” presentato oggi presso la sede del Banco di Napoli,
in un convegno dal titolo “Nuove rotte per la crescita del Mezzogiorno” .
Frutto dell’attività di monitoraggio dell’Osservatorio Permanente sull’Economia dei Trasporti Marittimi e della Logistica di SRM (www.srm-maritimeconomy.com) operativo dal 2014, il Rapporto si focalizza sui grandi fenomeni che stanno modificando gli assetti logistico-portuali europei e dell’Italia. Il nostro Paese dispone di un importante patrimonio infrastrutturale ed imprenditoriale che va migliorato per essere più competitivo. Il nostro sistema portuale mantiene una posizione di rilievo nell’ambito del Mediterraneo, in termini di volumi di merci movimentate, ma, salvo eccezioni, sta attraversando una fase di stallo.
Il Rapporto, in particolare, individua tre driver strategici. Il primo è una decisa strategia rivolta all’integrazione infrastrutturale e intermodale. Il secondo è l’attrazione di investimenti dall’estero ed in questo ambito le Free Zones possono essere un fattore determinante. Il terzo è il dover pensare la logistica come asset principale per lo sviluppo del Mezzogiorno e quindi al centro della nostra agenda competitiva e dei suoi piani di investimento.
“Il report di SRM – spiega Maurizio Barracco, presidente Banco di Napoli – ci conferma la crescita del ruolo strategico ed economico del Mediterraneo e ci fa capire come il raddoppio del Canale di Suez potrà avere un impatto estremamente positivo sul commercio marittimo e, se siamo bravi, anche sull’economia italiana e del Mezzogiorno. Una crescita che vogliamo sostenere sfruttando la presenza di Intesa Sanpaolo in tutto il bacino del Mediterraneo con filiali in Turchia, uffici in Tunisia e Marocco e una banca molto forte in Egitto, la Banca d’Alessandria. Ed infine a Dubai da cui si sovraintende tutta l’area del Golfo. Sottolineo che il Gruppo è forte proprio in quei Paesi e mercati che stanno emergendo come nuove direttrici del traffico marittimo e su cui l’Italia può giocare un importante ruolo. Il Banco di Napoli ed Intesa Sanpaolo vogliono e possono essere un punto di contatto tra l’Italia, il Mezzogiorno e la sponda sud del Mediterraneo, dando supporto economico e finanziario alle imprese e agli operatori del settore”.
Gli fa eco Franco Gallia, direttore regionale Intesa Sanpaolo – “L’economia marittima per la nostra banca è qui di fondamentale importanza. Nel “mare”, infatti, la finanza ha un ruolo di rilievo, sia se parliamo di finanza privata cioè il sostegno ai nostri armatori e alle imprese della logistica sia che parliamo di finanza pubblica, vale a dire la finanza per le infrastrutture, e quindi l’attivazione di strumenti finanziari rivolti anche al settore pubblico come il project-finance quando l’operazione si svolge in partenariato pubblico-privato. Intesa Sanpaolo è sempre vicina ai settori produttivi che caratterizzano l’Italia e il Mezzogiorno e lo siamo con uno sguardo sempre più attento al Mediterraneo, alla cultura e alle radici delle imprese che qui producono”.
Secondo Paolo Scudieri, presidente SRM: “Le imprese che producono hanno bisogno di una filiera del mare – portualità, logistica e operatori di shipping – che sia efficiente, competitiva nei tempi e nei costi, e in grado di inserirci nelle grandi direttrici dei traffici marittimi. L’annunciata riforma dei porti va in questa direzione ma occorre fare in fretta. Abbiamo perso molto tempo in passato. Tempo che i nostri competitors, nel Nord Europa e nel Sud Mediterraneo, hanno usato per rafforzarsi con investimenti infrastrutturali importanti. L’Italia ha una posizione geografica straordinaria. Noi siamo convinti che rilanciare la filiera del mare e investire per una portualità efficiente possa essere la modalità nuova per trainare lo sviluppo del Mezzogiorno”.