Al quarto tentativo e dopo due false partenze (2018 e 2019) dal 1° gennaio la web tax debutterà anche in Italia. In attesa di una soluzione globale e globalmente condivisa, che l’Ocse si è impegnata a rilasciare entro il 2020, e sullo sfondo del delicato armistizio tra Usa e Francia (il primo “euro big” a sfidare i big-tech sul tema delle tasse digitali) la legge di Bilancio per il 2020 ha definitivamente liberato la “tassa sui servizi digitali” dai decreti attuativi che l’avevano tenuta in porto negli ultimi anni. Ad andare in vigore subito dopo il cenone di San Silvestro saranno princìpi in parte già codificati (ma mai attuati sinora), in parte rivisti per focalizzarli meglio sul vero target – che sono i Gafa, gli over the top della Silicon Valley – e dai quali l’Erario si aspetta 708 milioni di gettito già a partire dal 2020.