Prima o poi, sia pure con toni e situazioni diverse, è capitato a tutti, da Tremonti a Padoa-Schioppa, poco importa se tecnici o politici. Il tasso di litigiosità fra l’Istat e il ministero dell’Economia è sempre stato piuttosto alto. Ed è così anche per Fabrizio Saccomanni, attuale titolare del dicastero di via Venti Settembre, un uomo da sempre abituato a ragionare più con i numeri che con le parole. Ieri, però, l’ex vice di Draghi in Bankitalia, non ha potuto trattenere il suo disappunto rispetto alle cifre sul Pil sfornate dall’istitutocentrale di statistica, che ha previsto una crescita per il 2014 ancora da prefisso telefonico, inchiodata sullo 0,7%, rispetto al più rotondo 1,1% indicato dalle stime dell’esecutivo. Senza considerare il fatto che ha rivisto al ribasso anche le stime del Pil per quest’anno.