Protocollo della capitolazione:
CAPITOLAZIONE PER LA RESA DELLA PIAZZA DI GAETA stipulala fra il Comandante Generale delle Truppe di Sua Maestà Sarda ed il Governatore della Fortezza, rispettivamen-te rappresentali dai sottoscritti, e datata dalla Villa di Caposale, in Castellone di Gaeta li 13 Febbraio 1861.
Art. 1 La Piazza dì Gaeta, il suo armamento compiuto, bandiere, armi, magazzini a polvere, vestiario, viveri, equipaggi, cavalli di truppa, navi, imbarcazioni, ed in generale tutti gli oggetti di spettanza del Governo, sièno militari che civili, sa-ranno consegnali alla uscita della guarnigione alle troppe di S. M. Vittorio Emmanuele.
Art. 2. Domattina alle ore 7 saranno consegnale alle truppe suddette le porte e le poterne della città dal lato di terra; non che le opere di fortificazione attinenti a queste porte, cioè dalla Cittadella sino alla batteria Transilvania; ed inoltre Torre d’ Orlando.
Art. 3 Tutta la guarnigione della Piazza, compresi gli impiegali militari ivi rinchiusi, usciranno con gli onori di guerra.
Art. 4 Le, truppe componenti la guarnigione usciranno con le bandiere, armi e bagagli. Queste dopo aver reso gii onori militari, : deporranno le armi e le bandiere sull’istmo; ad eccezione degli Uffiziali che conserveranno le loro i armi, i toro cavalli bardali e tutto ciò che loro appartiene; e sono facoltati altresj a ritenere presso di loro rispettivi attendenti.
Art. 5 Usciranno per primo le truppe straniere, le altre in seguito secondo il loro ordine di battaglia con la sinistra in lesta.
Art. 6 L’uscita della guarnigione dalla Piazza si farà per la porta di terra, a cominciare dal 15 corrente alle ore 8 del mattino, in modo da essere terminala alle 4 pomeridiane.
Art. 7. Gli ammalali ed i feriti! soli, ed il personale sanitario degli ospedali rimarranno nella Piazza; tutti gli altri militari ed impiegali, che rimanessero nella Piazza senza motivo legittimo, e senza apposita autorizzazione, dopo l’ora stabilita nell’ articolo precedente, saranno considerali come disertori di guerra.
Art. 8 Tulle le truppe componenti la guarnigione di Gaeta rimarranno prigioniere di guerra, finche non sieno rese la cittadella di Messina e la fortezza di Civitella del Tronto.
Art. 9. Dopo la resa di quelle due fortezze, le truppe componenti la guarnigione saranno rese alla libertà. Tuttavia i militari stranieri non potranno soffermarsi nel Regno, e saranno trasportali, nei rispettivi paesi. Assumeranno inoltre 1′ obbligo di non servire, per un anno contro il Governo, a partire dalla data della presente capitolazione.
Art. 10 A tutti gli Uffiziali ed impiegali militari nazionali capitolanti sono accordati due mesi di paga, considerati in tempo di pace.
Questi stessi Uffiziali avranno due mesi di tempo, a partire dalla data in cui furono messi in libertà , o prima se lo vogliono, per dichiarare se intendono prender servizio nell’esercito nazionale o essere ritirali, oppure rimanere sciolti da ogni servizio militare. A quelli che intendono servire nell’esercito nazionale o essere ritirali, saranno, come agli altri Ufficiali del già esercito Napolitano, applicate le norme del R. Decreto dato in Napoli il 28 Novembre 1860.
Art. 11 Gli individui di truppa ossia di bassa forza , dopo terminala la prigionia di guerra, otterranno il loro congedo assoluto se hanno compiuta la loro ferma ossia il loro impegno. A quelli che non l’ avessero compiuto sarà, concesso un congedo di due mesi, dopo il qual termine potranno essere richiamati sotto le armi. A tutti indistintamente dopo la prigionia saranno dati due mesi di paga per rimpatriare.
Art. 12. I sottuffiziali e caporali nazionali, che volessero continuare a servire nell’ esercito nazionale, saranno accettali con i loro gradi, purchè abbiano le idoneità richieste.
Art. 13 È accordalo agli uffiziali, sottufiziali e soldati esteri provenienti dagli antichi cinque Corpi Svizzeri quanto hanno drillo per le antiche capitolazioni e decreti posteriori, fino ai 7 Settembre 1860.
Agli Uffiziali, sottuffiziali e soldati esteri che hanno preso servizio dopo Agosto 1859 nei nuovi Corpi, e che non facevano parie dei vecchi, è concesso quanto i decreti di formazione, sempre anteriori al 7 Settembre 1860, loro accordarlo.
Ar. 14 Tutti i vecchi, gli storpi o mutilali militari, qualunque essi sìeno, senza tener conto delle nazionalità, saranno accolli nei depositi degli invalidi militari, qualora non preferissero ritirarsi in famiglia col sussidio quotidiano a norma dei regolamenti del già Regno delle Due Sicilie.
Art. 15 A tutti gl’impiegati civili, sia Napolitani che Siciliani racchiusi in Gaeta, ed appartenenti ai rami amministrativo e giudiziario, è confermato il diritto al ritiro che, potrebbero reclamare, corrispondente al grado che aveano al 7 Settembre 1860.
Art. 16 Saranno provvedute di mezzi di trasporto tutte le famiglie dei militari esistenti in Gaeta, che volessero uscire dalla Piazza.
Art. 17 Saranno conservate agli Uffiziali ritirati, che sono nella Piazza, le rispettive pensioni, qualora sieno conformi ai regolamenti.
Art. 18 Alle vedove ed agli orfani dei militari dì Gaeta saranno conservale le pensioni che in atto tengono, e riconosciuto il dritto per domandare tali pensioni per l’avvenire ai termini di legge.
Art. 19 Tutti gli abitanti di Gaeta non saranno molestati nelle persone e proprietà per le opinioni passale.
Art. 20 Le famiglie dei militari di Gaeta, che trovatisi nella Piazza, sono poste sotto la protezione dell’esercito del Re Vittorio Emmanuele.
Art .21 Ai militari nazionali di Gaeta, che uscissero dallo Stato, saranno applicate le disposizioni contenute negli articoli precedenti.
Art. 22. Resta convenuto che dopo la firma della presente capitolazione non si deve restare nella Piazza nessuna mina carica; ove se ne trovassero, la presente capitolazione sarebbe nulla, e la guarnigione come resa a discrezione. Uguale conseguenza avrebbe luogo, ove si trovassero le armi distrutte a bella posta, non che le munizioni: salvo che l’Autorità della Piazza consegnasse i colpevoli, i quali saranno immediatamente fucilali.
Art. 23 Sarà nominala d’ambo le parli una Commissione composta:
d’ un Uffiziale di Artiglieria
D’un Ufficiale del Genio
Idem di Marina
Idem dell’intendenza militare ossia Commissario di guerra, col personale necessario per la consegna della piazza
per l’Armata Sarda
il Capo di Stato Maggiore firmato Colon. C. Piola Caselli
il luogotenente generale comandante superiore del Genio
firmato L.F. Menabrea
Visto, ratificato e approvato Il generale d’Armata Comandante le Truppe d’assedio
Firmato Cialdini
Per la Piazza di Gaeta
Il tenente Colonnello Capo di Stato maggiore d’Artiglieria
Firmato Giovanni Delli Franci
Il Generale della Real Marina
Firmato Roberto Pasca
Il Generale Capo di Stato Maggiore
Firmato Francesco Antonelli
Visto, ratificato e approvato
Il Tenente Generale Comandante la Piazza di Gaeta
Firmato Francesco Milon.