In vendita per 3 milioni e mezzo di euro l’Isola delle Femmine, un piccolo fazzoletto di terra in provincia di Palermo. I proprietari i discendenti della famiglia nobiliare di Capaci, hanno deciso di disfarsene attraverso una società affiliata una grande grande casa d’aste britannica.
Il sindaco dell’isola, Stefano Bologna, alza la voce: “l’isola non si tocca e territorio protetto verificheremo la veridicità della proprietà e siamo pronti a intervenire”.
L’agenzia di Arezzo e Totò
‘Isola delle femmine è estesa per 15 ettari ed è stata messa in vendita da un’agenzia di Arezzo, la Romolini Immobiliare, che ha pubblicato un annuncio, chiedendo 3 milioni e mezzo per diventare proprietari di isolotto, torre medievale, riserva naturale e spiaggia privata. La notizia, però, non è stata ben accolta dagli oltre 7mila abitanti del comune e nelle polemiche si è inserito anche il sindaco, per il quale si tratta solo di una “provocazione”. “C’è un vincolo assoluto, chi la compra potrà solo guardarla, questa vendita è una provocazione”, ha commentato il primo cittadino Stefano Bologna. Eppure, a dire dell’agenzia, non è questo il caso di un Totò che vende la Fontana di Trevi. I quattro discendenti di Rosolino Pilo, infatti, sostengono che l’isolotto – pur essendo una riserva naturale istituita nel 1997 dalla Regione Sicilia e pur appartenendo amministrativamente all’omonimo comune – sia di loro proprietà. Sono stati loro ad affidarsi all’agenzia per riuscire a trovare un acquirente per l’Isola e non temono smentite e battaglie legali: “Tutto in regola, abbiamo i documenti”. Dal canto suo, neanche l’agenzia sembra voler marcia indietro. Nonostante le polemiche, sulla sua pagina Instagram, Riccardo Romolini ha pubblicato un video in barca, a pochi passi dalla terra oggetto di contesa, esaltandone la bellezza: “Isola deserta, abitata solo dai gabbiani. Meravigliosa”.
Dov’è l’Isola delle femmine
Il comune deve il nome all’isolotto che gli sta di fronte chiamato appunto Isola delle femmine. Diverse leggende hanno subito il fascino esercitato dalla torre ormai in gran parte diroccata che sovrasta l’isolotto. Quella più conosciuta considera erroneamente la torre come prigione per sole donne. In realtà il nome “isola delle femmine” è frutto di un lungo processo di italianizzazione, infatti l’antico nome dell’isolotto, secondo la tradizione popolare, era “Insula Fimi”, anch’esso frutto di un processo di omologazione e derivato da “isola di Eufemio”, dal nome del generale Eufemio di Messina, governatore bizantino della Sicilia.
Altra presunta origine potrebbe essere di derivazione dal nome latino “Fimis”, a sua volta “latinizzazione” del termine arabo “fim” ( الفم، ), cioè l’imboccatura, lo stretto canale che separa l’isola dalla costa. Tale interpretazione è utilizzata da sito web ufficiale del Comune di Isola delle Femmine, per come qui trascritto:
« Dal bollettino ecclesiastico di Monreale datato 1912 si legge che, con l’antico nome di “isola di fimi”, risalente al 1176, si intendesse l’isola che sorge all’imboccatura del seno marittimo che si estende verso ovest sino a Punta Raisi , nel territorio di Carini; definito anche “prope portum gali”, poi Porto di Gallo nel 1581, ed oggi corrispondente al punto di Grotta dell’Olio, tra il promontorio di Barcarello ed il Malpasso. In data imprecisata venne costruita la tonnara di fimi, dal latino fimis trascrizione del vocabolo arabo fim (bocca o imboccatura), termine poi trasformato nel dialetto fimmini ed italianizzato in femmine.[5] »
Sia la torre sulla terraferma, detta Torre di “dentro”, sia quella sull’isolotto, detta Torre di “fuori”, facevano parte del sistema di avviso delle Torri costiere della Sicilia. Quella sulla terraferma è sicuramente la più antica, di forma circolare; la tipologia del manufatto la fa risalire a quelle coeve di Capo Mongerbino e di Capo Rama, probabilmente costruite nel ‘400 al tempo del re Aragonese Martino il giovane. Quella sull’isolotto è invece di tipologia riconducibile all’architetto fiorentino Camillo Camilliani, molto più noto per essere stato l’artefice della Fontana Pretoria a Palermo.
Attualmente l’isola è una riserva naturale orientata gestita dalla LIPU.