Dr Gaetano Rivezzi, Dr Antonio Marfella, Dr Giuseppe Comella, Dr Gennaro Esposito*
In relazione alle notizie riportate da Corriere dell’Irpinia che da Ottopagine in data 23 ottobre 2014 e riprese a correzione nel comunicato stampa sotto riportato da parte di ISPRA sempre in medesima data, il sottoscritto Dr Antonio Marfella, con l’intero direttivo regionale di ISDE MEDICI AMBIENTE CAMPANIA, specifica quanto segue:
nel corso dell’intervento a commento dei dati presentati dall’IRCCS Pascale in relazione ai dati di mortalità della Provincia di Avellino si specifica che si faceva riferimento esplicito (ed è tutto videoregistrato) non gia’ ai rifiuti urbani, di cui si è ricordato esplicitamente che ISPRA ha reso pubblici i dati in data 14 luglio 2014 per il 2013, ma proprio alla ancora mancata diffusione dei dati sui rifiuti speciali, industriali e tossici ancora non pubblicati da ISPRA , come confermato nella nota in cui si assicura la pubblicazione entro novembre 2014, pubblicati appunto nel lontano 2012 e facenti riferimento al lontanissimo 2010.
E’ quindi un errore di report dei giornalisti, che evidentemente confondono le due categorie di rifiuti.
Come correttamente quindi riferito dal Dottore Marfella, lo scrivente Direttivo Regionale conferma di ritenere un gravissimo e pericoloso ritardo quello di non potere disporre ancora, come cittadini italiani, dei dati sulla produzione italiana dei rifiuti speciali, industriali e tossici che, come dichiarato da ISPRA, risale ancora al 2010, dal momento che si tratta di non meno di 138 milioni di tonnellate al 2010, in costante incremento.
Come attestato da tutti gli organi inquirenti, una quota parte di questi rifiuti risulta oggetto di scorretto smaltimento e ancora non si vede realizzato , da parte dello Stato, il migliore controllo e monitoraggio dal momento che, come appunto conferma ISPRA, non ci sono infatti autonome iniziative di controllo e monitoraggio da parte dello Stato, ma i dati vengono elaborati solo sulle dichiarazioni cartacee MUD prodotte senza adeguati controlli direttamente dalle aziende da controllare.
Ne consegue, come declarato ormai in numerose occasioni sia dagli organi inquirenti come la Forestale che dai Magistrati della DIA (dr Roberti e Pennisi) una consistente fascia di produzione di rifiuti speciali non adeguatamente tracciati e/o prodotti in regime di evasione fiscale per una quantità sempre maggiore ed ormai stimata non inferiore e 30 milioni di tonnellate anno, rispetto ai 29 di tutti i rifiuti urbani prodotti in Italia!
E’ pertanto evidente, come sottolineato dal dr Marfella al CROM di Avellino, che si deve procedere a dare assoluta priorita’ in tutti i report e gli studi a tale tipologia di rifiuti e non a quelli urbani, e questo non sembra essere condiviso da ISPRA, che conferma il ritardo nella pubblicita’ di dati cosi sensibili ed importati a tutela della salute pubblica.
Sono questi infatti, ed era questo quello che dichiarava il Dr Marfella, i dati che ancora mancano, come ISPRA conferma, per avere idee più precise ed etiopatogeneticamente mirate, per comprendere meglio gli incrementi di mortalità di zone notoriamente industriali come appunto il solofrano ed atripalda.
Il Dr Marfella ed il Direttivo ISDE CAMPANIA, ormai da molti anni, ribadiscono che va data assoluta priorità in qualunque discussione sui rifiuti, a questa tipologia di rifiuti, sinora deliberatamente sottostimata e mal controllata, al fine di indirizzare correttamente non solo e non già sia l’opinione pubblica, ma anche la corretta elaborazione di dati sanitari ed epidemiologici, ma soprattutto la migliore azione di governo per la più corretta gestione dei rifiuti speciali, industriali e tossici
A cominciare da Terra dei Fuochi, ma in modo ben chiaro ormai in tutta Italia , provincia di Avellino inclusa, il vero problema per la salute pubblica, e di cui non disponiamo in trasparenza dati certi , affidabili e resi noti in modo puntuale, sono proprio i rifiuti speciali, industriali e tossici, e non i rifiuti urbani.
Anche il relazione all’altra notizia, si specifica appunto che il Dr Marfella faceva riferimento non al sito ISPRA ma al sito ARPA CAMPANIA, dove ancora risultano assenti persino i dati ISPRA 2010, ma e’ presente sul sito la sola relazione di programma sul corretto smaltimento dei rifiuti speciali facenti ancora riferimento ai dati sui rifiuti speciali e non urbani appunto del 2007.
Ringraziamo ISPRA per avere evidenziato le scorrette informazioni apparse sui giornali irpini in merito alle dichiarazioni del dr Marfella che , ormai da molti anni, non parla mai di rifiuti urbani ma solo di rifiuti speciali, industriali e tossici.
Come confermato da ISPRA , di fatto con una “excusatio non petita”, siamo quindi costretti ad avere conferma dei gravissimi e pericolosissimi ritardi nella diffusione puntuale dei dati sulla produzione e smaltimento non già dei rifiuti urbani ma di quelli speciali, industriali e tossici, confermando il contributo alla patogenesi del danno alla salute pubblica in Italia da scorretto smaltimento di tale tipologia di rifiuti, che comincia proprio dalla mancanza di un valido e puntuale sistema di tracciabilità e controllo, monitoraggio e diffusione pubblica e trasparente dei dati, essendo questi ultimi ancora affidati, ancora nel 2014 , soltanto alle dichiarazioni cartacee MUD da parte delle aziende produttrici, secondo il partenopeo ma non certo validissimo sistema di controllo : “Acquaiuolo, comm’ e’ l’acqua?”.
E la salute pubblica italiana non puo’ più continuare ad essere malgovernata in questo modo.
* IL DIRETTIVO ISDE MEDICI AMBIENTE CAMPANIA
Ecco la nota di precisazione dell’Ispra
In merito a quanto affermato negli articoli pubblicati il 23 ottobre 2014:
Corriere dell’Irpinia “Dal Crom notizie rassicuranti – In Irpinia meno tumori, qui si vive meglio”
e Otto Pagine “Mortalità per tumori, è Solofra la zona critica
In entrambi gli articoli pubblicati oggi sulle testate sopra citate, si riportano alcune affermazioni del dott. Antonio Marfella, dirigente responsabile di Farmacoeconomia dell’Irccs Pascale, in merito alla mancanza di dati sui “rifiuti urbani che non vengono aggiornati da ISPRA dal 2007”, riguardanti i dati sui rifiuti presenti in Campania e il ruolo dell’ISPRA, sui quali l’Istituto precisa quanto segue.
In primo luogo vengono confusi i rifiuti urbani con i rifiuti industriali (classificati come speciali dalla legislazione nazionale), nonché l’inquinamento delle diverse matrici ambientali (acqua, aria, suolo) della zona di Solofra con la produzione dei rifiuti urbani, che non hanno nulla a che vedere con la necessità di monitoraggio di zone ad alto rischio.
Inoltre si precisa che l’Italia, grazie all’attività di raccolta, elaborazione e validazione dei dati sui rifiuti urbani effettuata da ISPRA, è il primo Paese dell’Unione a disporre da luglio 2014 di dati a livello comunale, aggiornati all’anno 2013, sulla produzione, raccolta differenziata e gestione dei rifiuti urbani.
Tutte le informazioni sono disponibili sul sito dell’ISPRA all’indirizzo:
http://www.isprambiente.gov.it/it/pubblicazioni/rapporti/rapporto-rifiuti-urbani-edizione-2014
Anche la presunta stima della produzione dei rifiuti nella regione Campania, ferma all’anno 2007 e relativa a circa 4 milioni di tonnellate, non trova riscontro nei Rapporti di ISPRA. Se ci si riferisce ai rifiuti urbani, i dati aggiornati all’anno 2013 documentano una produzione complessiva di 2.545.445 tonnellate; qualora, invece, più opportunamente, ci si riferisca ai rifiuti speciali, il dato di produzione riferito all’anno 2010 è di 7.290.288 tonnellate di cui 371.149 tonnellate di pericolosi.
Tutti i dati sulla produzione e gestione dei rifiuti speciali pericolosi e non pericolosi nell’anno 2010 sono disponibili sul sito dell’ISPRA all’indirizzo:
http://www.isprambiente.gov.it/it/pubblicazioni/rapporti/rapporto-rifiuti-speciali-edizione-2012
Si segnala infine che, entro la fine di novembre, sarà pubblicato da ISPRA il Rapporto rifiuti speciali – Edizione 2014, contenente i dati sulla produzione e gestione dei rifiuti non pericolosi e pericolosi nel biennio 2011/2012.
Vale, infine, la pena di segnalare che ISPRA è deputata ad assicurare il monitoraggio della produzione e gestione dei rifiuti urbani e speciali attraverso l’acquisizione delle dichiarazioni ambientali (MUD) ai sensi dell’art.189 del d.lgs. n. 152/2006 e che questa importante attività non ha, tuttavia, nulla a che vedere riguardo alle problematiche connesse a gestioni non corrette dei rifiuti quali illeciti smaltimenti e/o interramenti che hanno, senza dubbio, risvolti di carattere sanitario ma che coinvolgono solo le Forze dell’ordine e la magistratura.
Roma, 23 ottobre 2014