Bill De Blasio, un italo-americano guiderà New York |
E’ Bill de Blasio il vincitore delle elezioni per il sindaco di New York. Come pronosticato dagli ultimi sondaggi, dopo i tre mandati di Michael Bloomberg, de Blasio, di origini italiane, diventerà così il primo democratico a diventare sindaco di New York in 20 anni. “Siamo orgogliosi di quello che abbiamo realizzato in questa campagna”, ha detto il democratico, di origini italiane, ad una folla festante di sostenitori. “Oggi – ha aggiunto il neoeletto sindaco – avete parlato ad alta voce e chiaramente per una nuova direzione per la nostra città , uniti dalla convinzione che la nostra città non debba lasciare indietro nessun newyorkese”. de Blasio ha sconfitto il suo avversario repubblicano Joe Lotha con un margine di due a uno. I risultati ufficiali saranno annunciati più tardi.
De Blasio, Festa a Sant’Agata dei Goti
A Sant’Agata dei Goti, provincia di Benevento, è già festa per Bill De Blasio sindaco di New York. Da questo paesino i suoi nonni materni emigrarono per gli Usa, ed è ai suoi lontani «concittadini» che lui ha mandato un messaggio speciale. Ieri, nel giorno del voto, De Blasio ha ricordato anche i suoi nonni, Anna e Giovanni: «Per me questo è il sogno americano – ha detto – Due nonni d’Italia immigrati, e oggi ho la possibilità di essere sindaco di New York». I suoi figli hanno nomi italiani – Chiara e Dante – anche sua moglie Chirlane ormai mezza italiana. De Blasio si è detto molto «orgoglioso» dei festeggiamenti nel paesino e ha già promesso una visita «a Sant’Agata di Goti e a Grassano, in provincia di Matera», come «simbolo di un vero e proprio riscatto atteso da generazioni»
Nel piccolo centro della Valle Caudina, in provincia di Benevento, hanno aspettato fino a tarda notte i risultati dello spoglio con una vera e propria maratona elettorale nella sala dell’ex cinema Italia. Manifesti pro de Blasio in tutta la città e bandiere a stelle e strisce ai balconi per i familiari del nuovo sindaco di New York, che nel suo discorso ha salutato i suoi “familiari di Roma e di Sant’Agata de’ Goti”. Un saluto che nella sala di Sant’Agata è stato accolto con un applauso scrosciante e qualche lacrima di commozione. Felice il sindaco Carmine Valentino, che ha seguito lo spoglio con la fascia tricolore, e che conferirà la cittadinanza onoraria a Bill de Blasio. In vista della cerimonia di insediamento, una delegazione partirà dal Sannio per New York. Sarà l’occasione per invitarlo a “tornare a casa”, seppur per qualche giorno, ma da sannita sindaco della Grande Mela
New York, quarto sindaco italo-americano
Bill De Blasio e’ il quarto sindaco italo-americano di New York. Fra i precedenti ci sono due personaggi che hanno fatto la storia della Grande Mela, Fiorello La Guardia, dal 1934 al 1945, e Rudolph Giuliani, dal 1994 al 2001, con un terzo che pochi ricordano, Vincent Impellitteri, primo cittadino della citta’ che dorme non mai dal 1950 al 1953. La Guardia, sindaco nei tragici anni del nazismo in Europa e della Seconda guerra mondiale, era figlio d’immigrati pugliesi di Cecchignola. Amministro’ la metropoli per 12 anni favorendo la ripresa economica e la politica sociale. Nato in Italia, a Isnello in provincia di Palermo, Vincent Impellitteri emigro’ con la famiglia in America nel 1901 e, nonostante le umili condizioni in cui la sua famiglia, riusci’ a laurearsi in legge alla Fordham University School of Law. Eletto sindaco nel 1950, risollevo’ le finanze della Grande Mela introducendo i parchimetri. Rudolph Giuliani, con nonni originari di Montecatini e un papa’ emigrato per fare l’idraulico, e’ stato il sindaco-sceriffo della lotta alla criminalita’, anche se il suo nome restera’ per sempre legato al giorno piu’ tragico nella storia della Grande Mela. Dopo aver guidato il Dipartimento di polizia di New York e lottato contro la mafia collaborando anche con Giovanni Falcone, Giuliani fu eletto sindaco con la promessa di una linea dura per “ripulire la citta'”. Nel 2001 fu l’attacco alle Torri Gemelle a svelare un’altra faccia di Giuliani, quando mostro’ coraggio, capacita’ organizzative e grande umanita’ nel guidare la reazione di una citta’ ferita ma che non volle arrendersi al terrorismo