DA TERRA DEI FUOCHI A TERRA DI INDAGATI ISTITUZIONALI!
Denuncia nei confronti dei presidenti della Regione, Province di Napoli e Caserta e numerosi Comuni dell’area Napoli-Caserta.
A corredo della denuncia, a danno anche del presidente della Regione Stefano Caldoro con la sua giunta, del presidente della provincia di Napoli (proprio in quei giorni c’era stato il passaggio di consegne tra Luigi Cesaro e Antonio Pentangelo) e del presidente della Provincia di Caserta Domenico Zinzi , trentacinquemila firme, foto e video raccolti dai volontari delle associazioni ambientaliste.
IL TESTO DELLA DENUNCIA sulla Terra dei Fuochi:
Omissione di atti d’ufficio: questa l’accusa per la quale le procure di Napoli, Santa Maria Capua Vetere e Nola hanno iscritto nel registro degli indagati una ventina di sindaci delle province di Napoli e Caserta. In pratica, non avrebbero fatto nulla per impedire il disastro ambientale nei loro paesi, che in comune hanno la ‘posizione’: si tratta, per intenderci, dei territori ricadenti nella cosiddetta ‘Terra dei fuochi’. L’indagine è partita in seguito alla maxiquerela presentata lo scorso 25 ottobre dal Coordinamento Comitati fuochi attraverso l’avvocato Ambrogio Vallo. A corredo della denuncia, a danno anche del presidente della Regione Stefano Caldoro con la sua giunta, del presidente della provincia di Napoli (proprio in quei giorni c’era stato il passaggio di consegne tra Luigi Cesaro e Antonio Pentangelo) e del presidente della Provincia di Caserta Domenico Zinzi , trentacinquemila firme, foto e video raccolti dai volontari delle associazioni ambientaliste. Non si conosce ancora l’indentità di chi è stato colpito dall’avviso di garanzia, nè per quale motivo: vige ancora il segreto istruttorio. Si conoscono però i motivi per cui le procure hanno deciso di avviare le indagini: “La popolazione residente nei territori di Napoli, provincia di Napoli e provincia di Caserta, solo in minima parte rappresentata dal presente atto, da decenni vive la condizione di vittima inerte di quotidiani e molteplici episodi di combustione rifiuti, urbani, speciali e pericolosi, con immissioni di sostanze altamente inquinanti e tossiche nei propri territori. Tali roghi continui – si legge nel testo della denuncia – a tutte le ore del giorno e della notte (sempre denunciati alle autorità competenti e nelle ultime settimane costantemente evidenziati dai mezzi di comunicazione, rendono l’aria irrespirabile, costringendo i cittadini a barricarsi nelle proprie case. Fenomeno che ha inciso e incide, sulle abitudini di vita dei residenti condizionandone pesantemente l’esistenza nonché, e soprattutto, minandone la salute. Situazione che, reiterata nel corso degli anni in maniera sistematica e costante, ha senza ombra di dubbio configurato la fattispecie di disastro ambientale”. “E’ l’aspetto più inquietante della storia”, evidenzia l’avvocato Vallo, che vive nella stessa città di don Maurizio Patriciello e ne ha sposato la stessa battaglia. Già nella denuncia di ottobre 2012 è esplicitata la volontà di dar seguito alla battaglia: “Gli istanti, massicciamente esposti alle menzionate esalazioni di rifiuti di ogni sorta dati alle fiamme, temendo, a ragione, per le future conseguenze sulla loro salute e soprattutto su quella dei loro figli e parenti, si riservano di dare seguito alla presente, qualora non vengano intraprese idonee misure/provvedimenti, formalizzando altrettante denunce per epidemia colposa e lesioni gravissime a carico dei responsabili, pubblici e privati, dello scempio ambientale/sanitario, pacificamente osservabile e riscontrabile nei territori di cui sopra. A vario titolo, infatti, chi, pur rivestendo incarichi istituzionali nella pubblica amministrazione, non ha, a tutt’oggi, intrapreso alcuna misura idonea a fronteggiare la situazione, adottando le precauzioni adeguate a proteggere e salvaguardare la salute dei cittadini: testimonianza sono i denunciati fenomeni quotidiani. Basterebbe, come primo segnale, una seria e costante messa in sicurezza e bonifica delle zone interessate dagli spiegati fenomeni garantendo un monitoraggio continuao delle aree colpite con sistemi di videosorveglianza o di vigilanza continua”. Il Coordinamento Comitati Fuochi di Napoli, Provincia di Napoli e Provincia di Caserta e i cittadini sottoscrittori si sono inoltre riservati di costituirsi parte civile nell’eventuale promuovendo procedimento penale che ne potrebbe derivare, “in quanto parte lesa dai fatti descritti e qui denunciati”La drammaticità della situazione è rappresentata dunque dal tacito assenso a ciò che accadeva intorno. Vale a dire: so, vedo ma non faccio nulla.