Nel 2013 la domanda di credito da parte delle famiglie italiane ha continuato a risentire del quadro congiunturale ancora fragile, con il persistere di segnali negativi sul fronte dell’occupazione, con quella giovanile che ha raggiunto livelli drammatici, e la fiducia dei consumatori che si è attestata su livelli minimi. Il credito retail è stato perciò ancora caratterizzato da una forte prudenza che influenza sia la domanda dalle famiglie, sia l’offerta. Per quanto riguarda i mutui, dicembre ha fatto registrare una crescita del numero di richieste del 6,5 per cento rispetto allo stesso mese del 2012. Si tratta del sesto mese consecutivo che si chiude in positivo, anche se in termini aggregati nell’arco di un anno il numero di richieste di mutui rimane ancora inferiore (-3,6 per cento) rispetto al 2012 e sostanzialmente dimezzato rispetto agli anni precedenti. Riguardo i prestiti (nell’aggregato di prestiti personali e prestiti finalizzati), invece, l’ultimo mese dell’anno ha fatto registrare una contrazione pari a -11,8 per cento rispetto allo stesso mese dell’anno precedente, dato che porta la flessione complessiva dell’intero 2013 ad assestarsi a un -4,7 per cento rispetto al 2012. Sono queste le principali evidenze che emergono dall’ultima edizione del Barometro Crif che analizza l’andamento delle domande di mutui e prestiti contribuite dagli istituti di credito in Eurisc, il Sistema di Informazioni Creditizie di Crif.
MUTUI – Dall’analisi condotta da Crif risulta che l’importo medio dei mutui richiesti nel 2013 è stato pari a 127.329 euro contro i 131.445 euro del 2012, confermando un trend in contrazione che dura da diversi anni. La dinamica rilevata per gli importi medi risulta coerente anche con l’analisi della distribuzione delle domande in funzione della fascia di importo: nel corso del 2013 si è registrato un aumento solo per la classe al di sotto dei 75mila euro, che cresce di oltre 2 punti percentuali rispetto al 2012 assestandosi al 27,0 per cento del totale. È però la fascia di importo compresa tra i 100 e i 150mila euro a confermarsi, con il 28,8 per cento delle domande, la preferita dagli italiani. Per quanto riguarda la durata dei mutui richiesti, inoltre, nell’anno appena concluso è stata la classe compresa tra i 25 e i 30 anni a risultare ancora una volta la più richiesta con una quota pari al 28,3 per cento del totale, anche se in calo di quasi 2 punti percentuali rispetto all’anno precedente.
PRESTITI – L’analisi di Crif propone anche un confronto dell’andamento della domanda di prestiti personali e quella di prestiti finalizzati. Nello specifico, nell’anno 2013 il numero di richieste di prestiti finalizzati all’acquisto di beni/servizi (quali auto e moto, arredo, elettronica ed elettrodomestici, ma anche viaggi, spese mediche, palestre) ha fatto segnare un -5,0 per cento rispetto ai 12 mesi precedenti mentre i prestiti personali si sono caratterizzati per una flessione lievemente più contenuta, pari a -4,1 per cento. Rispetto al periodo pre crisi relativamente ai prestiti finalizzati la contrazione è però stata pari a -30 per cento mentre per i prestiti personali il calo è stato del -18 per cento. La perdurante cautela da parte delle famiglie trova conferma anche nella media in costante calo dell’importo dei prestiti richiesti: nell’intero 2013 l’importo medio delle richieste, nell’aggregato di prestiti personali più finalizzati, si è assestato a 7.397 euro contro i 7.768 euro del 2012, valori comunque ben distanti rispetto ai 9.813 euro del 2008. Scendendo nel dettaglio, l’importo medio in relazione ai prestiti finalizzati negli ultimi 12 mesi è stato pari a 4.317 euro contro i 4.597 euro del 2012 (nel 2008 la media era pari a 7.108 euro). Per i prestiti personali, invece, la media nell’ultimo anno è stata di 11.249 euro contro gli 11.775 euro del 2012, anche in questo caso ben distanti dai 13.201 euro del 2008. Al contempo, anche per i prestiti si registra il progressivo allungamento dei piani di rimborso: nell’aggregato di prestiti personali più finalizzati la fascia di durata preferita dagli italiani si conferma essere quella superiore ai 5 anni, con il 20,3 per cento del totale, quota che sale addirittura al 39,3 per cento nel caso dei prestiti personali.
LA RISCHIOSITA’ DEL COMPARTO – Negli ultimi trimestri si è registrata una inversione di tendenza della rischiosità del comparto che è tornata a crescere a causa del deterioramento dell’economia reale e del conseguente impatto sulla capacità delle famiglie di sostenere i debiti contratti. Nello specifico, la maggiore rischiosità, che pure è stata calmierata da un’offerta selettiva con l’obiettivo di tenere sotto controllo i livelli di insolvenza, trova conferma nell’aumento del tasso di default (ovvero l’indice di rischio di credito di tipo dinamico che misura le nuove sofferenze e i ritardi di 6 o più rate nell’ultimo anno di rilevazione) che per il mercato del credito alle famiglie nel suo complesso si è attestato al 2,7 per cento a fine settembre 2013 (ultimo dato disponibile), in crescita rispetto alle precedenti rilevazioni. Entrando più nello specifico, per i prestiti personali il tasso di default è passato dal 3,9 per cento di marzo 2013 al 4,0 per cento di settembre 2013, mentre per i prestiti finalizzati è rimasto stabile all’1,7 per cento. Per i mutui immobiliari, invece, a fine settembre 2013 si è stabilizzato al 2,0 per cento, in crescita rispetto al 2012 e su valori non distanti rispetto al picco registrato a fine 2009, a seguito del manifestarsi della crisi anche nel nostro Paese.