In giornate appesantite dall’ansia provocata dalla diffusione dell’epidemia di COVID-19 è inevitabile pensare e riflettere.

Il cambiamento della quotidianità è stato drammatico e improvviso tanto che in un animo sensibile come quello di Laura Avella non poteva non stimolare, pur nella sofferenza, la creatività. Cresciuta in un piccolo centro del Cilento, il comune di Perdifumo, in Provincia di Salerno, abituata sin da bambina a rapporti umani non anonimi e, da adulta, sempre pronta ad assistere, come avvocato civilista, con l’utilizzo di strumenti che la legge le mette a disposizione, chi subisce delle ingiustizie, non poteva non interrogarsi sulle vicende esistenziali che l’umanità sta vivendo da ormai più di un anno e la cui soluzione non pare essere vicinissima.

Le sue riflessioni sono sgorgate spontanee così come spontanea si è manifestata l’esigenza di pubblicarle nel volumetto Covid & report (Edizioni “Il Saggio”, Eboli (SA) 2020), quasi per sintetizzare in un resoconto la gravità delle trasformazioni sociali a cui, nostro malgrado, abbiamo dovuto adeguarci.

Come nelle favole, pur parlando della recente vita normale, fatta di gesti di cura e di prossimità, alla nostra autrice viene spontaneo dire “C’era una volta …”: sembra lontanissimo il tempo in cui ci si poteva abbracciare o solo stringere la mano. Ci si incontrava e si parlava guardando il volto dell’altro per accogliere parole e sguardi, in una presenza che aveva i tratti della realtà.

Proprio per questo le riflessioni dell’Avv. Avella non potevano non partire da Napoli, la città dove vive e opera, la città del sole e del mandolino, le cui piazze e vie sono ora inusitatamente “svuotate e prive dei suoni e dei colori tipici della città partenopea”, a testimonianza della paura collettiva che ormai pervade anche un popolo tradizionalmente allegro, abituato a convivere all’ombra del Vesuvio senza temerlo.

La fragilità umana ci ha spinto a riscoprire, è vero, il calore domestico che sembrava dimenticato nella vita frenetica che stavamo conducendo, ma ci ha posto anche nella condizione di dover combattere giorno e notte “una guerra senza proiettili” durante la quale, proprio all’interno delle abitazioni, aumentano le violenze sulle donne, che trasforma le corsie di ospedale in trincee, che falcidia i più vecchi, che distrugge l’economia. Si ratta di una guerra che ha posto uno stop al turismo in un paese come il nostro dove persino nei borghi più piccoli, flagellati dall’emigrazione, l’arrivo di qualche villeggiante diventa motivo di tremore perché si riconosce in lui un possibile “untore indesiderato”.

Non si parla più: l’unico mezzo di comunicazione è costituito dai social. Ci si vede in videochiamata, si dialoga con messaggi telematici che utilizzano frasi preconfezionate, nelle acque stagnati del web si ostenta sicurezza con atteggiamenti narcisistici, sfruttando l’immagine, senza accorgersi che si sta perdendo il contatto umano. Persino le scuole, in questo nostro tempo di coronavirus, tra distanzianti e lezioni telematiche, hanno perso la loro funzione e le campane delle chiese continuano a scandire il tempo con i loro rintocchi, ma delle funzioni di un tempo, specialmente nei piccoli centri, è rimasta solo quella di contare i morti.

Da simili considerazioni partono le riflessioni di Laura Avella, ma il suo linguaggio non è quello quotidiano: la sua è una prosa poetica che spesso lascia al lettore lo sviluppo articolato dei concetti, all’intuizione di chi si accosta alle pagine di questo suo agile volumetto la comprensione del tumulto interiore che urge dentro di lei incapace, per sensibilità, a rinunciare al tempo della presenza che ha sempre considerato una consolazione e che, con le sue competenze e nel suo ruolo sociale, le ha sempre permesso, inconsapevolmente, di accostarsi a quanti si trovassero nella sofferenza fisica, psicologica, morale o spirituale.

Riflessioni di un’artista per vocazione e avvocato per professione? Forse! Ma certo aderenti alla realtà, capaci di illustrare, con parole e con immagini prese in prestito da giovani studenti e affermati artisti, il momento storico che stiamo vivendo, suscitare nel lettore reazioni di tipo sociale, morale o politico e, ce lo auguriamo, ispirare comportamenti collettivi più responsabili.

Giuseppe Antonio Martino

Laura Avella

Covid & Report

Edizioni “Il Saggio”, Eboli (SA) 2020

pp. 81  Euro 12,00