Il governo «taglia» i superpoteri al presidente dell’Autorità anticorruzione Raffaele Cantone. E politicamente subito scoppia il caso. Fonti di Palazzo Chigi hanno rimarcato che non c’è alcuna volontà politica di ridimensionare il potere dell’Anac. Da Roma il presidente del Pd Matteo Orfini ha espresso con chiarezza: «Depotenziare l’Anac è un errore che sicuramente governo e Parlamento correggeranno subito».

Le polemiche, tuttavia, sono state tante. Subito dopo le rassicurazioni del premier è stato lo stesso Cantone a «prendere atto positivamente» di questo: «È il segnale che c’è chi, nei palazzi qua intorno, sta seriamente pensando di ridimensionare l’Anac». La sua voce rivela tuttora «tensione e allarme», i sentimenti che ha condiviso con i suoi collaboratori da quando, mercoledì sera, ha scoperto che quel suo potere d’intervento, che tuttora definisce «strategico e qualificante», era stato brutalmente soppresso. Ma subito dopo il senatore dem Stefano Esposito ha voluto commentare l’accaduto prima ancora che scendessero in campo le opposizioni