Purtroppo persistono le condizioni di un sofferto e diffuso malessere meridionale. Di un grave malessere socio/economico che, facendo male alla gente del Sud, sempre più indifferente a tutto, ci nega tristemente al Futuro che, diventa un Futuro negato; un Futuro gravemente cancellato.
Le ombre sul Sud cancellato al Futuro sono veramente tante; tante e senza soluzione per un possibile cambiamento e quindi per quello sviluppo mancato che ci nega tristemente al Futuro.
Molti i segnali che ci fanno ben capire le tristi condizioni del sofferto malessere meridionale; un malessere, prima di tutto, gravemente antropico con le tante crescenti e diffuse sofferenze territoriali dovute ad un fare umano che proprio non sa camminare insieme e che, non sa volersi bene, facendosi male e facendo un male da morire al territorio, grande risorsa di vita.
Tante sono le gravi ombre meridionali! Una prima e grave ombra viene dalle sofferte condizioni delle nuove generazioni, purtroppo, tristemente indifferenti ad un Mondo adulto che non sa volersi bene e che, soprattutto, non sa volere bene al Futuro, non sapendo volere bene ai giovani, grande risorsa di Futuro.
Le tristi condizioni meridionali, trovano la loro ragione d’essere, soprattutto, nelle gravi sofferenze meridionali.
Il numero dei neet (i giovani che studiano e non cercano occupazione), è davvero preoccupante.
Raggiunge l’allarmante quota di 1 milione e ottocentomila. A questo preoccupante dato riferito alle risorse umane dal Futuro negato, va ad aggiungersi l’altrettanto grave dato economico che riguarda il crollo della spesa pubblica, con un grave crollo allarmante per le tanto attese e necessarie prospettive di sviluppo meridionale, sempre più negato; sempre più cancellato.
Il Sud, purtroppo, non riparte e si consolida nella sua triste condizione di non sviluppo, con una crescita diffusa delle sue gravi sofferenze umane e territoriali, tali da farci dire che viviamo un Sud diverso dal resto del Paese, con diffuse e gravi sofferenze umane e territoriali; una realtà da sviluppo mancato. Una realtà, ancora peggio, da sviluppo cancellato.
Perché il Sud è rimasto indietro, negandosi allo sviluppo e quindi al suo Futuro possibile?
Prima di tutto e soprattutto, per gravi fatti antropici; per le tante umanità dismesse, fatte da “cervelli” in fuga, lasciando sui territori una debolezza diffusa di presenze umane senz’anima, indifferenti a tutto e protagoniste del rifiuto, del “non c’è niente da fare” e del “così è”, per cui niente può cambiare.
Il Sud della rassegnazione, facendosi male, non ha permesso di cambiare, sviluppando i territori e creando nuove e più umane condizioni di vita per tutti.
Così facendo, soprattutto nelle realtà minori, abbiamo condizioni di non ritorno, con la popolazione invecchiata e con le culle vuote, senza prospettive di un possibile ricambio generazionale. E così, nel Sud collinare di tante sue piccole realtà/risorse, si va sempre più verso un “mondo fantasma”; verso un mondo, tristemente fatto di paesi abbandonati e senza possibilità alcuna di ricambio generazionale.
Il Sud, senz’anima, è ormai di fronte ad un declino annunciato, con gravi conseguenze non solo per le sagge e sacre terre meridionali, ma per l’insieme Italia che, facendosi male, ha negato il mondo meridionale alla crescita ed allo sviluppo possibile, sia umano che territoriale, privandolo della sua prima risorsa, quella umana, senza la quale, non c’è assolutamente sviluppo; senza la quale, non si va da nessuna parte.
In questi scenari maledettamente tristi, con il grave bagaglio meridionale di 1,8 milioni di giovani senza lavoro e non più legati a percorsi di studio, siamo ad un “farsi male” che, soprattutto oggi, nei tempi nuovi di un accentuato e crescente dinamismo planetario, con le tante umanità in cammino, non permette a nessuno di rimanere indietro.
La rassegnazione umana è tragicamente dal “Futuro negato”, dovunque, al Sud, dove facendosi male, si impossessa, con grave danno delle umanità dismesse, al Sud tristemente sedotte ed abbandonate per una diffusa realtà antropica familistica e per una politica del niente, attenta a rubare consensi e potere, dando in cambio, situazioni di solo assistenzialismo diffuso, gravemente parassitario ed assolutamente senza i presupposti di creare sviluppo.
Tanto, con la politica del Niente che ha la grave responsabilità di avere negato il Sud allo sviluppo umanamente e territorialmente possibile.
Che tristezza questo mondo meridionale senz’anima, tristemente rassegnato al “non c’è niente da fare! Che tristezza questa nostra Italia che non permette al Sud di crescere, negandosi, così facendo ad un saggio sviluppo italiano che ha assolutamente bisogno delle insostituibili risorse meridionali.
Così, purtroppo non è! Prevale l’indifferenza e la rassegnazione che rende sempre più tristi gli scenari meridionali in uno con quelli italiani, dove il sistema istituzionale ed organizzativo –dirigenziale, soffre di una diffusa “mediocrizzazione italiana”, ormai orfano delle “eccellenze italiane”, tanti cervelli in fuga in giro per il mondo, per non morire d’Italia.
Le “eccellenze” sono in sé, i padri nobili di quella qualità, un tempo di casa anche da Noi, senza la quale non si va da nessuna parte; senza la quale c’è una grave crisi di creatività in uno con le idee, le grandi ed insostituibili risorse alla base dello sviluppo possibile e per così crescere umanamente e territorialmente, senza lasciare indietro niente e nessuno; dico niente e nessuno dell’Italia e degli italiani che, mancando dello sviluppo diffuso, si nega tristemente al Futuro, negando, tra l’altro il suo passato di sviluppo intelligente, ricco di “cervelli” e di “sagge umanità italiane”, oggi cancellate dal falso protagonismo di un “avere-apparire”, tutto dentro al “dominus” di una finanza senz’anima, sempre più catastroficamente prossima ad un disastro senza appello sia italiano che europeo e più oltre, dell’intero Occidente, con mondi tristemente separati in guerra tra di loro e senza idee-certezze per costruire insieme percorsi di un Futuro possibile.
Tanto, al fine si salvarsi tutti, evitando che, questo tempo nuovo del Terzo Millennio, assista alla fine di un’umanità sempre più senz’anima e dei territori, dall’uso-abusato, fortemente violentati e sempre più gravemente ammalati di “Uomo”, facendosi un male da morire, in uno con la Terra che muore di Uomo, nel tempo apparentemente nuovo del Terzo Millennio che, così facendo, si nega al Futuro, saggio e giusto di un’umanità che ha assolutamente bisogno di un Nuovo Umanesimo.
Quali possibili scenari economico-sociali per il Sud che in ambito italiano e dalla più generale area mediterranea, deve necessariamente arricchirsi di nuovi indicatori?
Di nuovi ed intelligenti indicatori di sviluppo per ridare al Sud ed all’Italia, quel ruolo che non ha, ma che potrebbe avere, se saggiamente progettata nella dimensione giusta, con al centro tutte le sue grandi risorse, a partire da quelle umane, fatte di tanti “cervelli” in fuga, in sé un grave danno italiano. Un grave e triste danno per il mancato “sviluppo italiano”.
Il Futuro meridionale ed italiano è assolutamente importante. Per essere costruito con saggezza, ha bisogno di quell’anima italiana che, purtroppo, manca. Di quell’anima del saggio fare creativo italiano che non è assolutamente di casa da Noi, per aver abbandonato a se stesse le intelligenze italiane che, “cervelli in fuga”, sono risorse di sviluppo di altri; tanto, mentre l’Italia muore e si nega sempre più al Futuro, con le nuove generazioni abbandonate a se stesse e traumaticamente lontane dal mondo dei padri, un mondo egoisticamente attento solo a se stesso e sempre più indifferente al tempo che verrà; un tempo che è parte di Noi e come tale ci appartiene e da garantire per il Futuro umanamente saggio e giusto dei nostri figli e dei nostri nipoti, a cui è nostro dovere, il saper consegnare tutto quanto avuto in uso, senza abusarne, come se ne fossimo gli ultimi beneficiari-possessori.
Non è assolutamente così! La materialità del Mondo, è un bene dell’Uomo con un suo uso intelligente; non può assolutamente essere considerata come bene da usare – abusandone e senza Futuro. chi pensa egoisticamente questo, è in sé un umano – disumano che si nega al Futuro del Mondo.
Caro Sud devi necessariamente cambiare! Il tuo gap, che si traduce in sottosviluppo, rispetto al resto del Paese ed alle aree ricche del Mondo, non è assolutamente un gap territoriale e/o di risorse possibili. È un gap, gravemente umano che viene da lontano e che non ha mai permesso al Sud di svilupparsi, facendolo tristemente rimanere indietro.
È da qui che nasce il grave male meridionale, non ultimo quello della spesa pubblica che, gravemente ammalata di assistenzialismo senza sviluppo, non ha permesso e mai permetterà al Sud di svilupparsi. Tanto per quei governi senz’anima attenti al potere ed ai privilegi che ne conseguono, indifferenti, tra l’altro, al rispetto delle sagge regole civili e democratiche, alla base di un buon e funzionale rapporto governati/governanti, con i governati tristemente indifferenti a chi li governa.
Altro mito italiano e meridionale in particolare è il PIL, un santo dell’umanità a cui tutti devono inchinarsi ed essere devotamente portatori di un rispetto sacrale.
Con saggia irriverenza mi ribello ed assumo un ruolo da peccatore. Non posso e tanto meno voglio rispettare il santo PIL, se poi la gente, meridionale in particolare, nonostante i sacrifici e le tante negazioni subite, vive tristemente male e sempre più negate al Futuro.
Tanto per qualità della vita, per una diffusa crescita delle povertà, per mancate prospettive di sviluppo con nuovi e più umanamente possibili percorsi di vita in un saggio rapporto di insieme umano che, oltre al presente, sa guardare anche al Futuro. Che oltre alla propria vita, sa anche pensare, così come si conviene, alla vita dei figli e dei nipoti che non possono assolutamente essere espressioni di umanità – disumane, dal Futuro cancellato.
Non mi lascio prendere dagli entusiasmi finali che, propagandano un Sud sulle vie dello sviluppo.
Siamo ancora una volta alle promesse che non hanno in sé le necessarie concretezze di diventare fatti; fatti di sviluppo per far crescere, così com’è possibile e necessario, il Sud che, purtroppo, e non per catastrofismo, vedo inarrestabilmente in crisi e sempre più dal Futuro negato, con i giovani indifferenti a tutto, non avendo fiducia in chi li governa e certezze istituzionali di quello che sarà il loro domani.
Credo e tanto, nell’agricoltura meridionale; credo e tanto nel turismo meridionale; credo e tanto nel ricco patrimonio dei beni culturali del Sud, una grande risorsa materiale patrimonio dell’umanità, non usata nel verso giusto e per i fini altrettanto giusti di sviluppo di un turismo italiano dalle sagge dimensioni mediterranee; credo e tanto, soprattutto nel Sud dei saperi ed in quella grande risorsa dei saperi eleatici, alla base e guida del Futuro del Mondo, con l’ESSERE IN DIVENIRE, così come nel pensiero di Parmenide.
Un saggio pensiero universale che può guidare l’Italia ed il Mondo verso un Mondo nuovo, attraverso l’ESSERE ed i suoi valori, alternativi ai fasi valori dell’avere-apparire che non giovano al Sud e tanto meno producono crescita e quindi sviluppo umano e territoriale.
Cammin facendo, oltre alle certezze cancella anche la speranza meridionale, regalando la beffa di sempre che il Sud ben conosce, riportando il Mezzogiorno indietro, con i giovani sempre più in fuga e con politica e la burocrazia, unificati a festeggiare il Sud ammalato di Sud.
Giuseppe Lembo