
Mercoledì è previsto il voto sulla relazione Giustizia preparata dal ministro Bonafede. L’opposizione e anche Italia Viva hanno annunciato che voteranno contro. Il governo, quindi, non avrebbe la fiducia su un capitolo essenziale della sua attività. Per questo si sta meditando di spostare il voto di 24 ore, a giovedì, per dare modo a Conte di raccogliere consensi e far nascere un nuovo gruppo dei “Responsabili”. Ma questa eventuale decisione passa dalla conferenza dei capigruppo di Palazzo Madama, in programma per martedì. E lì potrebbe esserci, proprio sul calendario, una resa dei conti anticipata: senza l’unanimità nella riunione dei presidenti di gruppo si andrà in aula e renziani e centrodestra potrebbero votare insieme contro il rinvio.
Il premier medita di anticipare la crisi per varare un terzo governo coi costruttori (che però non si trovano). Operazione ad alto rischio
Il flop dell’operazione responsabili suggerisce a Conte
di evitare il secondo scontro muscolare. Cominciando a valutare un’altra strada: le dimissioni, tra lunedì e martedì, nelle mani del Capo dello Stato Sergio Mattarella. A quel punto l’avvocato spera in reincarico per provare a formare il Conte ter: una trattativa lampo con i responsabili e un rimpasto di governo a 360 gradi. È lo scenario che si ipotizza nelle ultime ore a Palazzo Chigi.
Con tutte le possibili variabili: in caso di dimissioni non è detto cheMattarella riaffidi a Conte l’incarico. Nel Pd cresce la spinta su Zingaretti a riaprire la partita con Italia Viva. Prefigurando l’opzione di una collaborazione tra le tutte forze politiche: «Se Giuseppe Conte salisse a dimettersi, a quel punto la palla passerebbe nelle mani del presidente della Repubblica verso il quale Forza Italia nutre il massimo di rispetto e di fiducia», chiarisce Antonio Tajani.
Il voto anticipato resta un’opzione per Conte. Ma c’è l’alt dei Cinque stelle: «Sì al voto. Ma senza lista Conte. Il premier dovrà guidare il
M5s», riferiscono fonti grilline. Una mossa per risalire nei consensi.