Dopo aver ideato, progettato e presentato al pubblico innovative cucine d’arredamento in grado di rivoluzionare il concetto di casa, è giunto il momento di raccogliere i frutti “realizzabili” di LabDesign, il laboratorio pratico di progettazione che da oltre un anno vede protagonisti venticinque giovani architetti siciliani nella creazione di prototipi per la produzione industriale. Dopo la chiusura del quarto e ultimo ciclo, l’evento – organizzato dall’Ordine provinciale degli Architetti di Catania in sinergia con le aziende Arredi Gallina di Acireale e Valcucine di Pordenone – è pronto a cominciare un nuovo capitolo di attività per approfondire la concreta fattibilità di quei progetti che più si avvicinano alle esigenze di mercato. «LabDesign è nato come un’officina di creatività di nuova concezione – ha affermato il presidente degli Architetti Giuseppe Scannella – e nel tempo ha manifestato e consolidato ampie vedute imprenditoriali e culturali, ponendosi come varco professionale da e per la Sicilia». Dunque la scommessa continua, mantenendo salda la propria mission «didattico-disciplinare», come definita dal segretario dell’Ordine Santo Buccheri, coordinatore del laboratorio. «Lo scopo non è la promozione di progetti da aprire a una platea generica, ma un’attività mirata a un pubblico attento e specialistico, nella consapevolezza che un’idea ben espressa e rappresentata possa divenire oggetto di interesse e di design». In altre parole dopo la progettazione, una fase formativa di avviamento alla produzione.
Considerato l’ambiente più vissuto della casa, la cucina è stata concepita dagli architetti di LabDesign sotto diverse sfumature (tema del primo ciclo è stato “Diversamente cucina… cucina diversamente”), come spazio della tradizione (la “Ri-cucina” del secondo ciclo) e compatibile con l’ambiente circostante (“Bella, buona e brava” nel terzo). “In movimento” è stato invece il tema del quarto ciclo, diretto da Giuseppe Fisichella. Tre i progetti protagonisti: la cucina “180° (e)motion” di Concetta Falanga e Susanna Spitaleri è ispirata a una coppia icona del fumetto, Diabolik ed Eva Kant. Un’apparente monolite svela l’“angolo preferito” della casa attraverso tre movimenti: una prima rotazione di 180 gradi per ottenere gli elementi principali della cucina, una seconda traslazione orizzontale e una di 90 gradi per completare il tutto, anche con il tavolo.
“Push-me”, di Emanuela Richichi e Rosa Strano, parte dall’idea di un unico blocco sviluppato in altezza, che rivela la sua vera funzione attraverso il movimento “spingi-apri”, consentendo così un gran risparmio di spazio. Solo le sue colonne laterali, che includono all’interno la zona frigo da un lato e il forno dall’altro, sono fisse, mentre il secondo lato del volume è attrezzato anche per uno spazio living, con diversi piani d’appoggio. Per chi adora invece la cucina posta al centro della stanza Diletta Impresario e Dario Fortunato Pappalardo hanno progettato “Coosculpking”. L’isola, cuore del progetto, appare come una pietra spigolosa a forma di cubo, ma in continua evoluzione, un oggetto che muovendosi crea dal nulla un piano cottura, un forno e un lavello. Pratica e multifunzionale, dotata anche di alcun contenitori scorrevoli per la raccolta differenziata e persino di lavastoviglie.