BASTA GENUFLESSIONI E LEZIONI MORALI. BASTEREBBE RESTARE CIVILI.
Ho assistito a svariati modi di manifestare o protestare, ma quello di inginocchiarsi ancora non l’avevo visto, tranne in chiesa. In questi giorni non solo negli Stati Uniti, ma anche in altre parti del mondo, per ricordare la morte dell’afroamericano George Floyd, barbaramente ucciso dai poliziotti a Minneapolis, stiamo assistendo a questa insolita protesta. Non solo manifestazioni violente con saccheggi di negozi, distruzione di automobili, ma quelle pacifiche di inginocchiarsi di fronte ai gruppi di manifestanti neri. Assomiglia molto a quella sottomissione di certo progressismo per presunte offese nei confronti degli islamici.
Naturalmente qui nessuno vuole giustificare il grave abuso commesso dai poliziotti americani, anche se ce ne sono stati centinaia di altri soprusi magari nei confronti dei bianchi. Infatti pare che nel 2019, secondo il sito internet statista.com, la polizia statunitense avrebbe ucciso 331 maschi bianchi e 212 neri. Ma non mi sembra che per alcuno di questi malcapitati non afro-americani si sia sollevato lo stesso caos.
Comunque sia è ormai evidente che queste manifestazioni hanno l’unico scopo non dichiarato, o dichiarato in parte, di colpire l’amministrazione di Donald Trump accusandola di razzismo.
In Italia in questa gara a chi si inginocchia per primo stanno partecipando non solo politici, attori, guru dello spettacolo, addirittura anche squadre di calcio. Impressionante la prima pagina de Il Corriere di Bologna, dove campeggia una foto dei manifestanti inginocchiati per George, “per loro la priorità in Italia è inginocchiarsi per George” biasima Nicola Porro.
Su questo tema ho scelto due interessanti articoli, il primo su Atlanticoquotidiano, dove si sottolinea l’ipocrisia della sinistra cialtron-salottiera, in particolare il sindaco di Milano Giuseppe Sala che «non ha lesinato giustificazioni per i looters, i saccheggiatori che stanno devastando le strade e i negozi d’America e perfino uccidendo, come risposta all’assassinio di George Floyd a Minneapolis ad opera di uno dei tanti poliziotti bianchi e teste calde dei vari dipartimenti statunitensi. I looters appartengono tutti, a livello organizzativo, a quella discarica emotiva che si chiama Black Lives Matter». (Adriano Angelini Sut, Inginocchiatevi anche per i cristiani, gli omosessuali e le donne massacrati dall’Islam, 4.6.2020 Atlanticoquotidiano)
Il servizio offre una interessante opera di ricerca sul movimento (BLM) che dietro i nobili intenti della lotta contro il razzismo, contro i soprusi delle forze di polizia e all’ineguaglianza sociale del sistema statunitense nasconde ben altri scopi. «Basta vedere quali sono i suoi riferimenti storici: il Black Power Movement (bollato a più riprese negli anni ’70 come un movimento eminentemente razzista contro i bianchi), il Black Feminist Movement, il Pan-Africanism, l’Anti-Apartheid movement, e via discorrendo, passando per i soliti immancabili movimenti Lgbt e carrozzoni simili tutti rigidamente inquadrabili nella galassia comunista ed eversiva degli Stati Uniti (chissà se il movimento Lgbt avrà visto il film “Moonlight” che descrive come la comunità nera americana sia ancora un coacervo di maschilisti omofobi da far impallidire i loro amichetti islamisti)». (Adriano Angelini Sut, Inginocchiatevi anche per i cristiani, gli omosessuali e le donne massacrati dall’Islam, 4.6.2020, atlanticoquotidiano).
Sarebbe interessante conoscere chi c’è dietro a «questa accozzaglia di grillini d’oltreoceano coi pantaloni smutandati (magari in ambienti ristretti si sa, ma sarebbe il caso che diventasse di pubblico dominio) aiuterebbe a inquadrare e contenere il fenomeno; se non altro per tagliare loro i fondi come si fa con le organizzazioni terroristiche islamiche a loro molto affini. Bene ha fatto, nel frattempo, il presidente Trump a dichiarare tutta la galassia Antifà come un movimento terroristico; a questo punto si spera che anche Black Lives Matter venga messa all’indice».
Comunque l’editorialista del giornale online polemizza con l’ipocrisia della sinistra Antifa. «Sarebbe il caso, infatti, che gli inginocchiati devoti dell’antirazzismo provassero a fare la stessa cosa non soltanto quando viene colpito ingiustamente un nero americano da parte della polizia bianca, ma anche in senso inverso, per esempio».
Non solo ma tutti questi manifestanti per essere un minimo credibili, dovrebbero «genuflettersi anche di fronte alle migliaia di uccisioni che ogni giorno avvengono nel mondo (Nigeria, Pakistan e Somalia in primis) nei confronti dei cristiani ad opera dei terroristi islamisti. Non ho visto manifestazioni di protesta e rabbia di fronte alla sconcertante notizia di alcuni giorni fa, in Iran una ragazzina 13enne è stata decapitata nel sonno dal padre che si opponeva a una relazione con un uomo più grande di lei. Non ho visto manifestazioni di protesta dopo l’atroce attentato di Pasqua dello scorso anno nello Sri Lanka contro la comunità cristiana. Non ho visto caroselli ipocriti di manifestanti protestare contro la Cina comunista che ha messo in ginocchio mezzo mondo con il suo virus di Wuhan e, non contenta, come l’Associated Press ha dimostrato, ha occultato i documenti relativi alla sua diffusione influenzando l’Oms. Non ho visto e continuo a non vedere manifestazioni di protesta nei confronti delle persecuzioni islamiste ai danni degli omosessuali che in Iran come in Arabia Saudita come altrove nei Paesi islamici (e lo dico al movimento Lgbt che sostiene BLM) vengono ancora perseguitati per la loro inclinazione sessuale».
Anche nell’altro servizio, uscito su Libero, si criticano i manifestanti che scendono nelle piazze contro i razzisti ma poi trascurano altri casi di morti che meriterebbero più attenzione. Nessuno per esempio è sfilato per Pasquale Apicella, il poliziotto di Napoli, ucciso da banditi di etnia rom. «Nessuno ha indetto flash-mob e marce in segno di solidarietà, nessuno si è inginocchiato in tv o per strada».(Azzurra Barbuto, “Sfilano contro i razzisti e trascurano i compatrioti”, 7.6.2020. Liberoquotidiano)
Non hanno migliore sorte secondo la giornalista neanche le «le vittime di stupri, torture e omicidi da parte di extracomunitari».
Fa più scalpore quello che succede in America che in casa nostra. Per la Barbuto la ragione è semplice: «la protesta dei black lives Matter risulta politicamente corretta, manifestare, quantunque con ferocia, contro il bianco che ha massacrato il nero è lecito, va di moda, ci fa apparire giusti e buoni, cosmopoliti, aperti, globalisti; manifestare, quantunque pacificamente, contro il nero che ha violentato, pestato e fatto a pezzettini una fanciulla prima di riporne i resti in una valigia poi abbandonata sul ciglio della via, invece, ci fa apparire ingiusti e cattivi, fascisti, nazisti, razzisti».
Sostanzialmente chi è nero può permettersi di tutto, invece chi è chiaro di pelle non può fare niente, neppure proteggersi, perchè lui appartiene alla categoria dei privilegiati. E’ un occidentale e quindi ha delle colpe storiche pregresse.
DOMENICO BONVEGNA
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