Di Concetta Colucci
Fa discutere la proposta di riconoscimento della Denominazione d’Origine Protetta per la “Mozzarella di Gioia del Colle”, pubblicata lo scorso 28 agosto sulla Gazzetta Ufficiale.
Secondo la Campania, si tratta di una somiglianza, almeno nella dicitura, che danneggia i suoi prodotti e può trarre in inganno i consumatori, pertanto, se si parla di mozzarella, l’unica a cui si debba far riferimento è quella campana.
Per evitare la confusione, l’idea iniziale era stata quella di chiamare ufficialmente questo latticino la “Treccia della Murgia e dei Trulli”, ma vista la storicità della produzione casearia nella zona di Gioia del Colle, proprio il Ministero delle Politiche Agricole ha consigliato di mantenere la denominazione di mozzarella, anziché “Treccia”, di Gioia del Colle.
Le due diciture sono in parte simili “Mozzarella di bufala Campana” e “Mozzarella di Gioia del Colle”. Per questo, la Regione Campania intende porre in essere tutte le azioni necessarie a difendere e tutelare la popolare mozzarella di bufala, in quanto questo è ritenuto un prodotto di estremo interesse per l’area agroalimentare campana. Saranno intraprese azioni di tutela verso ogni settore, a partire dai produttori, proseguendo lungo l’intera filiera di trasformazione del prodotto, giungendo fino al consumatore che non deve essere ingannato da una dicitura che arreca confusione. Il processo che ha portato al riconoscimento della DOP è stato avviato ormai cinque anni fa, quando è stata costituita l’Associazione Temporanea di Scopo, proprio con il nome di “Treccia della Murgia”, nata per ottenere la registrazione della Denominazione d’Origine Protetta ai sensi del regolamento del ministero Italiano ed europeo, secondo un severo disciplinare circa il metodo di trasformazione e l’approvvigionamento rigorosamente locale del latte. Fra le obiezioni poste dalla Campania alla decisione del Ministero dell’Agricoltura, si cita, tra l’altro, anche il fatto che la nuova denominazione non aiuterebbe ad identificare il latte di provenienza della mozzarella, che non è di bufala, ma è un latte di provenienza ovina, e, proprio per questo, diverso da quello della DOP campana. Nel dettaglio, il latte della Mozzarella pugliese è un latte vaccino, proveniente da vacche allevate nella stessa Regione. Nei mesi scorsi, è stata data lettura pubblica del disciplinare della produzione della “Mozzarella di Gioia Del Colle” alla presenza dei funzionari del ministero e dei rappresentanti istituzionali della Regione Puglia, insieme ai rappresentanti della filiera di trasformazione del prodotto in Mozzarella. Molte sono le associazioni locali che hanno supportato attivamente gli allevatori pugliesi, collaborando con loro per l’ottenimento della denominazione: Per gli allevatori e i caseifici pugliesi, da sempre impegnati nella produzione e nella valorizzazione di questo strepitoso prodotto, il marchio DOP concesso alla mozzarella pugliese è un grande obiettivo, poiché corrisponde al riconoscimento della celebre qualità di un prodotto, riconosciuto come uno dei cibi più straordinari e gustosi realizzati in Puglia.
La mozzarella, eccellenza gastronomica del territorio, attualmente è prodotta nei comuni della provincia di Taranto e di Bari, che vantano una grande tradizione casearia. Questo è ciò che dichiara Luca Lazzàro, presidente di Confagricoltura Taranto