Con 1.800 decessi l’anno per cirrosi epatica o epatocarcinoma, le malattie
del fegato deteriorano in Campania una vera e propria strage silenziosa.
Un problema storico per la nostra regione, basti guardare all’analisi dei
dati relativi alle schede di dimissione ospedaliere nel periodo 2012 -2015
, con 21.500 ricoveri per cirrosi epatica e 2mila ricoveri per
epatocarcinoma. «Un enorme problema di salute – spiega Vincenzo Schiavo
(FIMMG) – ma anche un dramma rispetto ai costi dell’assistenza. I costi
relativi alla gestione della cirrosi epatica è stimato, solo per la
Campania, in 108 milioni di euro. Che si traduce in un costo medio annuo
per paziente di circa 5mila euro». La complessità dell’assistenza sia
domiciliare, sia ospedaliera, nonché i costi sanitari, crescono con
l’aggravarsi della patologia quando non intercettata tempestivamente. La
principale causa delle cronicità legate al fegato è rappresentata in
Campania dall’infezione da HCV. Si stima che oggi, in Campania, i soggetti
portatori di infezione da HCV siano più di 100.000 e che l‟infezione da
HCV rappresenti la causa più importante di epatopatia. La si riscontra nel
62% delle epatiti croniche e nel 73% degli epatocarcinomi, nonostante la
Regione risulti tra quelle che ha messo in campo le migliori strategie
assistenziali tra tutte le Regioni di Italia. Ciò nonostante,
l’Osservatorio Nazionale Buone Pratiche sulla sicurezza in Sanità,
pubblicato nel 2019, vede la Campania, tra i donatori di sangue alla prima
esperienza (nel triennio 2014 -2016 ), come la regione tra quelle con il
maggior numero di positività ai marcatori delle malattie infettive
trasmissibili con la trasfusione (virus dell’epatite B in primis, virus
dell’epatite C, virus dell’immunodeficienza acquisita e Treponema
pallidum). Applicare i percorsi diagnostico-terapeutico-assist
(PDTA) e potenziare le attività di reclutamento dei pazienti infetti,
anche inconsapevoli, grazie alla sinergia tra i Medici di Medicina
Generale e i Medici Specialisti della Regione Campania, sta riuscendo a
garantire, migliori esiti per la salute dei cittadini. Ecco perché, Medici
di Medicina Generale, Specialisti e Istituzioni stanno realizzando,
attraverso la semplificazione dei percorsi, un modello organizzativo
innovativo, con l’obiettivo di eradicare entro il 2030 l’infezione da HCV.
I dati sono stati analizzati all’Ordine dei Medici di Napoli nel corso di
un incontro che ha visto la presenza del Consorzio Nazionale Cooperative
Mediche assieme al Tavolo Tecnico Regionale finalizzato alla cura delle
HCV. All’incontro hanno preso parte Silvestro Scotti,Ugo Trama
(responsabile UOD Politica del farmaco e Dispositivi della Regione
Campania), Pina Tommasielli (presidente del Consorzio CNCM) e Matteo
Laringe (responsabile della banca dati CNCM).