di SIMONA D’ALBORA
Le incognite per le prossime regionali in casa Pd non sono poche e ormai sembra di essere in una telenovela senza fine, in campo i due big della politica campana: Vincenzo De Luca e Andrea Cozzolino, che nei giorni scorsi non si sono risparmiati colpi bassi, poi c’è Angelica Saggese. In tutto questo, una parte del Pd campano composta da ex Ppi e la componente renziana non sta a guardare cercando il modo di calare il candidato dall’alto, un colpo di vento che spazzi via le primarie ed offra sul piatto d’argento a Gennaro Migliore la candidatura alla poltrona di presidente della Regione.
Colpo di vento che si potrebbe materializzare in un’assemblea regionale che viene evocata da più parti, ma che difficilmente potrebbe avere gli esiti sperati. Sì perché per sgombrare il campo e imporre la volontà dei renziani e della componente campana antiprimarie, almeno i 2/3 dei componenti dovrebbero scegliere Migliore. Ma i contrari alle primarie sono passati comunque all’attacco raccogliendo firme contro la segretaria regionale Assunta Tartaglione, rea di appoggiare De Luca, di essere legata a Casillo, e di gestire in maniera debole questa fase politica non facilissima, per farla saltare, in questo caso, basta solo il 50 per cento delle firme. Mentre Roma sembra averla definitivamente abbandonata lasciando che a risolvere il nodo Campania sia il Pd locale
In questi giorni, prima che si arrivi all’11 gennaio, il Pd fa la conta mentre chi ha un peso in termini di voti ha già fatto la sua scelta, Mario Casillo, che nella provincia di Napoli conta un numeroso seguito, a sorpresa ha deciso di sostenere il sindaco di Salerno, il suo appoggio è fondamentale nello sventare il piano di chi vorrebbe far saltare le primarie, senza di lui le speranze che Migliore venga scelto come candidato sono ridotte al lumicino e Casillo non sembra proprio intenzionato a rinunciare alle primarie. Schieratosi apertamente con De Luca, Casillo ha dichiarato che non è disponibile ai giochetti di chi pensa di non fare le primarie con la burocrazia perché non si può scegliere così il futuro della Regione Campania.
Con questi presupposti, le tensioni sono destinate a salire.