Santa Madre Teresa di Calcutta ha lasciato, tra le sue molteplici opere, anche l’icona simbolica della “valigia della carità” ovvero tutte quelle buone azioni fatte in vita che ciascuno di noi potrà portare, come unico bagaglio al seguito, nel viaggio verso l’aldilà. La sua vita è stata testimonianza di un immenso amore verso gli altri e dovrebbe essere esempio per ognuno di noi.
Purtroppo però nel mondo l’ingordigia e la perfidia sono mali che oscurano la mente degli uomini, basti guardare alle vicende della nostra terra dove tutti parlano della Calabria e dei calabresi ma nessuno parla con i calabresi! É ormai divenuta consuetudine considerare la nostra regione un coacervo di delinquenti ed incapaci che necessitano di essere guidati e bastonati. Questa farsa, cucita ad hoc sulle spalle della mia terra, fetta colonica della Nazione, ha origini lontane, passa attraverso decisioni prima massoniche e poi politiche che hanno portato allo spostamento del capoluogo, ai moti di Reggio, alle promesse mancate di sviluppo industriale, e ora ai dieci anni di commissariamento della sanità.
A chi ha giovato e a chi continua a giovare tutto questo?
Non ne giovano certo i calabresi anche oltraggiati di assoluta incapacità, quegli stessi calabresi che però appena escono dalla regione diventano primari, alti dirigenti sia nello Stato che in imprese private.
Nell’immaginario collettivo risulta normale il concetto che nessun calabrese può e deve, in via ordinaria essere ammesso a dirigere la sanità della propria regione, evidentemente per conclamata incapacità!
Inoltre come dice l’ex presidente della giunta della Regione Calabria, l’on. Oliverio, che lo ha anche riferito in Parlamento alla commissione sanità, l’ultimo commissariamento della sanità calabrese, ex D.L. 30 aprile 2019, n. 35, sommato a quello che dura da un decennio è un grave precedente e sarà usato, come arma politica, a tempo debito! Questa situazione va considerata attentamente anche dal punto di vista dell’antefatto o se preferite della sceneggiata recitata ovvero: il governo decise di riunirsi, circostanza mai avvenuta in altre situazioni anche veramente serie nella storia della Repubblica, invece che a Roma Capitale a Reggio Calabria. Circostanza grave e monumento alla drammaticità della situazione oltre che all’incapacità calabra. Ma attenzione è passata pressoché inosservata la presenza della Lega Nord con Salvini ministro dell’interno, a guida Conte. Malignamente reputo loro promotori dell’iniziativa turistica oltre che del decreto! Questo scenario sarà quindi preludio di quali scelte politiche a scapito della Calabria? A che cosa mira la politica nazionale che risponde ormai solo a logiche leghiste?
Il decennio di commissariamento della sanità non è stato sufficiente alla Calabria per rimettere a posto i servizi, adeguando i L.E.A. ed i L.E.P. non è servita a rimettere in pari i conti e neanche a sapere a quanto ammontano con certezza! Ma il debito di oggi quanto è dovuto alla gestione ndranghetistica della sanità calabrese? E quanto all’incapacità conclamata di un decennio di commissari anche fiduciari della Lega?
Questa situazione è stata utile solo alle altre regioni del nord per proseguire alla depredazione dei fondi statali che invece erano necessari al rimodernamento della nostra sanità calabra mai progredita nei decenni precedenti, sviluppo che doveva avvenire almeno un ventennio fa in ragione dei livelli di prestazione ed assistenza che dovevano essere livellati per legge. Invece la nostra sanità è stata depauperata, saccheggiata dei fondi e perfino dei posti letto strettamente necessari. Ciò è segno non dell’incapacità calabrese o del malaffare (che esiste sicuramente visto che nel settore rubano ovunque in Italia), ma che i conti della sanità italiana non tornano e che, dovendoli far quadrare, preferiscono soddisfare l’ingordigia economica delle regioni del nord, continuando a far tirare la cinghia alla sanità dell’Italia del Sud. Il gioco è stato più facile in Calabria ove la Lega aveva piazzato un Carabiniere di guardia ma a sbarramento degli improbabili miglioramenti sanitari. La nostra Calabria purtroppo è sfornita anche di politici con il necessario carisma o mordente sufficiente a non permettere a nessuno di fare terra bruciata. Sono convinto che i futuri aumenti dei costi della sanità e l’ingordigia delle regioni del nord, spingeranno altre regioni del Sud verso il commissariamento perché questo meccanismo permetterà a quelle del nord di ricevere più aumenti di fondi. Logicamente questa politica pro-nord è resa possibile dal partito trasversale anti-meridionale.
Ma esiste anche il tentativo di aggiramento della situazione che leggo nel disperato tentativo del P.D. di far approvare il Me.S. occasione vista per dare una sanità degna ai suoi elettori meridionali, senza infastidire troppo Bonaccini e compagni di merenda. Ma questi ed altri sono seriamente preoccupati dal dovuto rimborso di tali importi. Infatti c’è già chi tra di loro parla di ripartirlo tra gli enti che ne beneficeranno. Logica perfettamente coerente al pensiero leghista ed all’operato di Scopelliti, ex presidente della regione ed ex detenuto, che in Calabria ha chiuso ben 18 ospedali invece che trasformarli in eccellenze. Il risultato è che nei rimanenti ospedali i pazienti vengono ricoverati nelle corsie perché i posti letto non coprono il fabbisogno regionale ed hanno aumentato la migrazione dei pazienti che sfiduciati vanno a curarsi, anche malattie non gravi, in altre regioni.
Lo scenario calabrese è quindi una delle monete di scambio nella trattativa sull’autonomia differenziata regionale? I L.E.P. ed i L.E.A. calabresi è, quindi, necessario restino al minimo di quelli italiani? Non devono migliorare!?! Per tale motivo sono stati messi a guardia da dieci anni commissari che sono riusciti solo a distruggere quello che di buono c’era ed a fare figuracce nelle TV nazionali oltre che logicamente non chiamare a responsabilità i sottoposti dirigenti ex art. 2 e 4 del famigerato D.L. 30 aprile 2019, n. 35?!?
Per questi motivi sono sicuro che non riusciranno a fare quadrare i conti neanche nei prossimi cento anni perché lo Stato continua a mettere meno del fabbisogno necessario! Certamente la politicizzazione delle funzioni apicali della sanità nazionale non giova perché la divide in schieramenti che prendono il sopravvento in maniera ondivaga ed in funzione della forza politica che guida il consiglio regionale. Per questo motivo la sanità italiana non assolve ai propri compiti “in scienza e coscienza” ma solo a favore del linguaggio politico che beneficia cordate di uomini di quel determinato colore politico i quali gestiscono presidi sanitari, con grave danno per tutto il sistema sanitario nazionale che non vede soddisfatte le necessità dei malati.
Il Partito del Sud oltre che pretendere, per tutte le regioni d’Italia, una qualità della sanità simile a quella veneta ritiene essenziale l’annullamento di qualsiasi forma di privatizzazione dei servizi sanitari ivi compresa l’intramoenia che fa danni immensi alla sanità pubblica ed anche scempio, nell’immaginario collettivo, della funzione della sanità e della figura del medico.
Quindi come predicava Santa Madre Teresa di Calcutta, quando saremo al cospetto di nostro Signore ed ognuno di noi aprirà l’unico bagaglio che si potrà portare, ovvero la nostra “valigia della carità” per esibire le proprie buone azioni fatte nella vita o quelle caritatevoli, ogni calabrese potrà far valere, tra i propri meriti, anche la sopportazione di tutte queste angherie, di tutti questi commissari e di questo tipo di sanità!
Massimo Cogliandro
Partito del Sud Reggio Calabria