Mercoledì, a partire dal primo mattino, una folla di studenti ha riempito i corridoi del Dipartimento di Economia, Management, Istituzioni (DEMI) dell’Università degli Studi Federico II di Napoli, per partecipare alla seconda edizione del job day su “cultura d’Impresa, Management, Talento al Servizio del Paese”. Evento al hanno partecipato oltre 70 imprese di respiro nazionale e internazionale. Un INCONTRO IMPORTANTE, vero e proprio matching tra domanda e offerta di lavoro, in cui SI sono respirate tante sensazioni che non è facile trovare: orgoglio, fiducia ma soprattutto una chiara visione sulle opportunità da offrire alle risorse umane formate sul nostro territorio. E così sono sfilati davanti alla platea delle centinaia di giovani, grandi marchi come Kiton, Harmont&Blane, Carpisa Yamamay, La Doria, GESAC, Seda, Accenture, Ferrarelle, Vodafone, Zuiki, Schiano, Aon, Dbo, Ferrero, Getra, Tarì gruppo Giannotti, Microsoft, Chimpex, British American Tobacco, Optima; gruppi bancari, finanziari e assicurativi, come Widiba, BCC, Bnp Paribas, Azimut, Generali, società di consulenza, tra cui Kpmg, PWC, Aidp, Ernest Young, Reliance; marchi della grande distribuzione come MD, era presente anche una startup Jammefood Moovenda, ed ancora tante primarie aziende.
Tutte hanno descritto le loro esigenze di richiesta di professionalità, della volontà di credere nelle capacità e competenze dei giovani campani. Ma troppo spesso mancano dei luoghi e delle occasioni per incrociarsi reciprocamente. In primo luogo perché i giovani lasciano presto la Campania per andare a cercare lavoro altrove, in secondo luogo perché le aziende si affidano spesso a società di ricerca del personale. “Le aziende hanno bisogno del talento dei giovani, di energia per crescere – ha sottolineato Roberto Vona, professore ordinario di economia e gestione delle imprese nonché promotore e coordinatore dell’iniziativa – i nostri giovani sono preparati ed è possibile verificarlo. La principale difficoltà sta nella difficoltà di individuare strumenti e luoghi di contatto reciproco. Ovvero non si incontrano sul mercato del lavoro. Il nostro dipartimento sta creando un collegamento stabile per favorire questo contatto”.
Insomma una gran bella e speciale giornata in cui si è anche potuto constatare che a descrivere le politiche di recruiting di molte aziende c’erano giovani responsabili di marketing e di risorse umane formatisi proprio alla Federico II. “La scena che si presenta ai nostri occhi è bella – ha detto con orgoglio Adele Caldarelli, Direttore del Dipartimento DEMI – i giovani vanno accompagnati in un percorso di orientamento ma devono essere anche consapevoli che le loro competenze sono spendibili anche all’interno del loro territorio”. L’incontro promosso dal DEMI è stato possibile grazie anche alla fattiva collaborazione delle due associazioni studentesche “UNINA” e “AIESEC” che hanno organizzato in modo impeccabile l’ingresso e l’accreditamento degli studenti visibilmente emozionati per il loro primo colloquio. Così è stato gestito in modo efficiente l’accreditamento delle tante imprese che hanno partecipato con i loro presidenti, amministratori delegati, direttori e responsabili di risorse umane e marketing. “Partecipare all’organizzazione del Job Day – ha detto Andrea Ruggiero, presidente degli studenti UNINA – ci spinge a migliorarci ed a motivarci nel nostro percorso formativo”. Va detto anche che Andrea, come tanti altri giovani, attraverso la prima edizione 2016 del Job Day, ha avuto la possibilità di fare uno stage presso la KPMG, così come Maria Clotilde Imperatore, che da circa un anno è in fase di stage presso l’azienda Seda di Arzano. In prima linea nell’organizzazione anche l’Aiesec, la più grande associazione di studenti e laureati presente nel mondo, con i suoi volontari e le sue attività. L’intero staff dei professori del DEMI hanno lasciato i loro uffici per cederli a ciascuna azienda per consentire loro di fare colloqui. E così file di giovani con in mano il proprio curriculum hanno potuto fare in media 3/4 colloqui di lavoro per un totale di circa 2000 i. Insomma se questo non è un risultato del DEMI, università di Napoli Federico II, cosa altro è?
Diletta Capissi