Quadruplicate le persone che assistono gli anziani. Due milioni di lavoratori domestici, 6 su 10 in nero Il dossier Delia viene dalle Filippine, è atterrata in Italia 22 anni fa e da allora lavora come colf presso una famiglia della capitale. Dietro di lei si muove un esercito di due milioni di lavoratori. Molti invisibili: quelli alla luce del sole sono infatti solo 865mila. Il 73% è nato lontano dall’Italia. Guadagnano in media 6.500 euro l’anno. Vivono per lo più nel Centro-Nord. Eccolo il pianeta del lavoro domestico da sempre a fianco delle famiglie italiane. Il suo costo? Circa 7 miliardi di euro l’anno. Ma tra le sue fila qualcosa sta cambiando: calano le colf, crescono le badanti.

A fotografare il mondo dei tanti impiegati all’ombra delle mura domestiche è una ricerca Domina (associazione nazionale famiglie datori di lavoro domestico). I risultati? Secondo gli ultimi dati Inps i lavoratori regolarmente assunti dalle famiglie italiane sono circa 865mila, con una lieve prevalenza di colf (54,4%) rispetto alle badanti (45,6%). Negli ultimi anni, tuttavia, le colf registrano un progressivo calo, mentre le badanti continuano la loro corsa. Due numeri per capire: se le colf erano 649mila nel 2012, sono arrivate ora a quota 469mila. Mentre le badanti sono passate dalle 111mila del 2008 alle 393mila del 2017. Ma all’ombra dei numeri ufficiali si cela un altro mondo: l’esercito complessivo dei lavoratori domestici in Italia è infatti stimato in 2 milioni (con una componente irregolare vicina al 60%). Le donne sono in netta maggioranza (88,3%) rispetto agli uomini. L’età media è 48 anni, nella maggioranza dei casi il collaboratore è assunto da meno di un anno e mediamente è impiegato per 26 ore a settimana. Non solo. Il 35% convive col proprio datore di lavoro. E ancora: mentre le badanti si concentrano in gran parte nelle regioni del Centro-Nord, le colf segnano numeri record in Lombardia e Lazio. In particolare, una colf su cinque (ben 93mila) lavora nel Lazio e nel 92% dei casi nella provincia di Roma. Ma anche in questa regione negli ultimi anni registrano un calo inarrestabile, mentre le badanti continuano ad aumentare.

Per quanto riguarda la nazionalità, gli stranieri rappresentano il 73,1% del totale, anche se negli anni sono aumentati gli italiani. A farla da padrone restano i cittadini dell’Est Europa (43,8% del totale), seguono italiani (il 27%), asiatici (15%), americani (8,4%) e africani (6%). «Nelle regioni del Sud – si legge nella ricerca dell’associazione guidata da Lorenzo Gasparrini – probabilmente per le minori possibilità di lavoro, la componente italiana è maggiore e questo si riflette anche su un’età anagrafica del lavoratore che risulta più bassa». 

estratto da La Repubblica, di Vladimiro Polchi