Finisce 7 a 6 la partita sul voto palese nella decadenza di Silvio Berlusconi. Alla fine si rivela decisiva la senatrice di Scelta civica Linda Lanzillotta, mentre Karl Zeller (Svp) vota contro. Secondo il parere che la Giunta del regolamento invierà all’Aula, infatti, non convalidare l’elezione dell’ex premier non sarebbe un caso personale (che avrebbe richiesto lo scrutinio segreto) ma rappresenta “espressione di una prerogativa dell’organo parlamentare a tutela della legittimità della propria composizione”. Come dire: la convalida dell’elezione di Berlusconi, dopo la condanna, metterebbe a rischio “l’integrità morale” di Palazzo Madama e richiede quindi il voto “in chiaro” del Senato. Una decisione che provoca la durissima reazione del Pdl, che per bocca di Anna Maria Bernini (componente dell’organismo chiamato a deliberare), parla di “una situazione di una gravità inaudita” e di “mostro costituzionale” partorito dalla Giunta: è stato modificato un regolamento che dura da “più di 60 anni” per andare “contro Silvio Berlusconi con un plotone di esecuzione e questo è intollerabile”, attacca la senatrice. I rischi sulla tenuta del governo diventano dunque concreti perché, spiega la Bernini, “non si può pensare che questo non influenzi i rapporti col Pd”, che usa i voti con cui il centrodestra sostiene l’esecutivo “per decapitare il nostro leader”: “Ne trarremo le conseguenze”. Renato Schifani parla di “pagina buia per le regole parlamentari” di una Giunta che “ha violato le regole in maniera surrettizia, con grave responsabilita’ dello stesso presidente del Senato, per consentire al Pd e ad altre forze di imporre ai loro senatori un voto contro il leader del centrodestra”. Per il presidente dei senatori Pdl “la giornata di oggi non potrà non avere conseguenze. Daremo risposte concrete con il massimo della determinazione”. Di “decisione molto corretta”, visto che non ha introdotto “nessuna modifica né interpretazione”, parla invece il capogruppo Pd al Senato Luigi Zanda. Quanto ai rischi per il governo, “finora è sempre stato tenuto separato il caso giudiziario dai rapporti politici”: “Non temo l’apertura di una crisi di governo e non la auspico, sarebbe un grave errore costituzionale e politico”. Il segretario Pd Guglielmo Epifani invoca “rispetto e comprensione per la scelta della Giunta” e aggiunge: “Basta polemiche che vanno oltre ogni limite. La legge Severino e’ una legge perfettamente costituzionale che va applicata, così come e’ avvenuto nei trentasette casi precedenti. Si abbassino quindi i toni e si ricordi che la giustizia deve essere uguale per tutti”. Il M5S, invece, con la capogruppo Paola Taverna, chiede a Grasso di calendarizzare “immediatamente per la prossima settimana già dal 5 novembre il voto sulla decadenza” perché “ora non ci sono più ostacoli” e si può votare “subito”. Ma non solo. Il parere della Giunta del regolamento “blinda” anche la decisione dalla possibilità che in Aula 20 senatori presentino un ordine del giorno per rimettere in discussione la decisione assunta attraverso lo scrutinio segreto. Nella prima parte del dispositivo viene infatti anche stabilito che anche il voto “su eventuali ordini del giorno in difformità dalle conclusioni della Giunta delle elezioni (non convalidare l’elezione di Silvio Berlusconi, ndr) sono sottoposte alla disciplina generale relativa ai modi di votazione e pertanto devono essere votate in maniera palese”.