“Una polemica smaccatamente strumentale su una frase estrapolata da un ampio contesto. La mia storia, la mia amicizia verso Israele, la mia coerente azione di governo sul piano internazionale in favore dello Stato di Israele, non consentono alcun dubbio sulla mia consapevolezza della tragedia dell’Olocausto e sul mio rispetto del popolo ebraico”. Così Silvio Berlusconi replica in serata alle polemiche montate su una sua frase – contenuta nel libro di Bruno Vespa “Sale, zucchero e caffè. L’Italia che ho vissuto da nonna Aida alla Terza Repubblica” in uscita per Mondadori-Rai Eri venerdì 8 novembre – in cui lamentava: “I miei figli dicono di sentirsi come dovevano sentirsi le famiglie ebree in Germania durante il regime di Hitler. Abbiamo davvero tutti addosso…”. La prima reazione era arrivata dalla comunità ebraica romana. Il presidente Riccardo Pacifici si tratta di una “Frase molto infelice, ho bisogno di tempo per riflettere”. Per Pacifici “Berlusconi non deve delle scuse agli ebrei, ma a se stesso. Rimango basito il suo è un paragone fuori luogo. Forse sarebbe interessante sentire direttamente i figli”. Sdegno è stato espresso dal presidente dell’Unione delle comunità ebraiche italiane (Ucei) Renzo Gattegna, che giudica il paragone di Berlusconi “incomprensibile” ma soprattutto “offensivo” della memoria di milioni di morti. Reazioni anche dal fronte politico.con Danilo Leva, responsabile Giustizia del Pd che afferma: “Berlusconi ha perso completamente il senso della misura. Da 20 anni ci racconta la favola della persecuzione e oggi, anziché chiedere scusa agli italiani per la condanna per frode fiscale, si avventura in un paragone agghiacciante con una tragedia quale l’Olocausto”. “Agghiacciante” dice Nichi Vendola: “Banalizzare come fa Berlusconi una terribile tragedia come la shoah per la polemica politica di tutti i giorni è agghiacciante” scrive il leader di Sel su Twitter.