Non hanno convinto le risposte del governo all’interrogazione presentata dalla sen. Paola Nugnes su Bagnoli. E in particolare, sulle responsabilità di Fintecna per la bonifica dei suoli inquinati sulla base del principio “chi inquina paga”. Su Città della Scienza, si legge in un comunicato diffuso oggi dal M5S, “il sottosegretario Demani ha risposto che sarà il Comune di Napoli a deciderne lo spostamento, e quindi sul rispetto o meno del PUA e della Variante. Quest’affermazione contraddice però quanto contenuto all’art. 33 del decreto “Sblocca Italia”. Il decreto, infatti, istituendo le figure del Commissario e soprattutto del Soggetto Attuatore (quale decisore della previsione Urbanistico – Edilizia) degli interventi di abbattimento, delle ricostruzioni, delle nuove costruzioni e finanche delle “premialita’ edificatorie”, sottrae al Comune il potere di decidere su Bagnoli. Ciò significa che, anche per Città della Scienza, Palazzo San Giacomo potrà intervenire soltanto se sarà individuato dal Governo quale Soggetto Attuatore. Un’espropriazione di potere che addebitiamo anche al sindaco de Magistris, il quale ha firmato insieme a Renzi e Caldoro lo scorso 14 agosto il “Protocollo d’Intesa” senza accorgersi che quel documento avrebbe di fatto reso la città di Napoli priva della capacità di decidere il futuro di Bagnoli. In particolare, queste le righe che hanno trasformato de Magistris nella badante che apre le porte agli speculatori”.
E’ inaccettabile, proseguono gli esponenti del M5S, che il governo si presenti in Commissione tramite il sottosegretario Degani che si è dichiarato a sua volta“mero lettore” di un documento, rappresentativo della volontà dell’Esecutivo, che al più risponde in maniera molto vaga ed evasiva alle nostre domande, inoltre alle repliche e contestazioni della sen. Nugnes, ha affermato di non poter rispondere perché “non a conoscenza della questione Bagnoli.Il M5S ha proposto al Governo l’istituzione di un comitato di controllo coadiuvato da una commissione tecnico-scientifica di esperti, nonché di disporre l’obbligo di adeguato versamento di una somma cauzionale per chi si occuperà dei lavori di bonifica pari al danno possibile, questo per limitare il rischio che ancora una volta vengano sperperate risorse pubbliche senza alcun risultato o peggio, come spesso capita, a vantaggio dei soliti speculatori e sulle spalle dei contribuenti ormai allo stremo.