Arrivano dati incoraggianti dai recenti rapporti incentrati sugli obbiettivi di crescita delle piccole e medie imprese italiane. Secondo il report diffuso da Credimi, il numero di aziende che ha chiesto un finanziamento per tornare a investire è stato, nel 2021, più alto rispetto a quello dell’anno precedente.
Se, infatti, prima le motivazioni per richiedere un prestito agli istituti di credito era più che altro di tipo emergenziale, da alcuni mesi a questa parte si osserva un’inversione di tendenza, con le PMI che elaborano piani di investimento che guardano al futuro.
Stando alle statistiche raccolte, su un campione di quasi 1.000 imprese appartenenti a diversi ambiti (dall’industria al commercio, fino all’edilizia), emerge che solo il 30% degli intervistati ha intenzione di utilizzare i soldi chiesti in finanziamento per disporre di maggior liquidità o per pagare i fornitori, a fronte del 42% dell’anno precedente.
Nuove prospettive di crescita
La crescita sembra insomma tornata ad essere il motivo principale per il quale le PMI si recano a chiedere un prestito, segno di fiducia nell’economia e nelle proprie prospettive di crescita.
Sempre secondo l’Osservatorio Piccole Imprese italiane di Credimi, i comparti nei quali verranno impiegate maggiormente le risorse ottenute sono la crescita dell’e-commerce aziendale, l’acquisto di software o di macchinari utili ad aumentare la produzione e le nuove assunzioni, anche se non mancano gli imprenditori che, proprio in un’ottica di espansione e di diversificazione, puntano a conquistare nuovi mercati.
Naturalmente, sbarcare in un nuovo paese richiede competenze precise, motivo per cui sarebbe importante affidarsi a partner specializzati, come per esempio dlike.it, startup italiana che ha come obiettivo proprio quello di sostenere le piccole e medie imprese in questo percorso di crescita.
Come conquistare nuovi mercati
Diversificare le fonti dalle quali arriva il flusso di capitale necessario a un’azienda per poter crescere è il primo punto da implementare se non si vuole rischiare di esporsi alle fluttuazioni cicliche dell’economia e delle decisioni politiche. Per questo motivo decidere di ampliare il proprio mercato di riferimento aprendosi all’estero è una delle azioni che più possono aiutare in questo senso.
Portare i propri prodotti, o i propri servizi, a un bacino di utenti completamente nuovo, tuttavia, può non essere semplice e richiede, in genere, un approfondito studio preliminare volto ad analizzare gli elementi di forza e quelli di debolezza in un determinato contesto.
Per esempio, DLike a questo proposito si occupa di progettare uno schema di business in grado di supportare le piccole e medie imprese italiane in questo viaggio. Tutto inizia con un’accurata indagine preliminare che, grazie all’utilizzo di sofisticati algoritmi di intelligenza artificiale, è in grado di determinare con precisione le caratteristiche dei competitors, dei principali canali di vendita e dei potenziali clienti.
In seguito, grazie ai dati raccolti, si potrà procedere a stabilire quali siano le modalità più adatte per immettere i servizi dell’azienda sul nuovo mercato. Indispensabile sarà, poi, una prima fase di test che viene definita “strategia di primo livello”.
Una volta individuata la modalità di vendita più performante, DLike si occuperà di ottimizzarne ogni aspetto. Ad esempio, con lo scouting delle giuste risorse, sia interne che esterne, che si occuperanno di portare avanti il progetto sul campo, oppure con l’importantissimo aspetto della formazione.
Alla fine di questo percorso commerciale, l’impresa sarà completamente autonoma e potrà proseguire il suo progetto di ampliamento, consapevole di aver ottenuto la piena capacità operativa e gestionale.