L’autonomia regionale che il governo si appresta a riconoscere a Veneto, Lombardia e in tono minore all’Emilia Romagna, stando alle dichiarazioni dell’esecutivo, non sembrerebbe nascondere la “secessione dei ricchi” denunciata dalla petizione di quindicimila cittadini, tra cui molti economisti e giuristi. Ci viene promesso in fatti che i valori della solidarietà nazionale non saranno intaccati, che in quelle regioni non vi saranno aggravi di spese da finanziare a scapito del resto d’Italia. In altre parole, sembra che il passaggio di competenze dallo Stato alle Regioni, consentito dalla Costituzione (Veneto e Lombardia ne chiedono 23, l’Emilia Romagna 15) possa avvenire semplicemente trasformando spese dello Stato in spese regionali, senza pagare un euro in più. In realtà le cose non sono così semplici. Il progetto che vedrà la luce a metà febbraio, a cominciare da quello per il Veneto, prevede infatti che dopo il primo anno (ed entro i successivi cinque) i fabbisogni di spesa per le nuove competenze regionali vengano legati al gettito fiscale. E quindi saranno tanto più alti quanto più elevato è il gettito di quella regione, con una maggiore “compartecipazione al gettito di uno o più tributi erariali”. Ossia si consente a quella Regione di ritagliarsi una fetta più grande della torta complessiva. A scapito quindi del resto del Paese. Si creano così due distorsioni che i firmatari della petizione ritengono incostituzionali. La prima e che si riconoscono ai cittadini più ricchi più diritti al welfare. La seconda e che queste spese aggiuntive per le regioni più ricche peseranno sul resto del Paese. Contestualmente, però, Luigi Di Maio scrive che la rivoluzione per il Sud inizia dal lavoro. Queste parole sono risuonate più volte in questi anni come un proclama. Adesso è un’affermazione, resa vera dalle misure che abbiamo inserito nella legge di bilancio e diventate concrete grazie al cosiddetto “decretone”. Infatti ci sarà un doppio bonus per le imprese del Sud che assumono. In poche parole in tutte le regioni del Sud ci potranno essere tantissime assunzioni a tempo indeterminato che saranno a costo zero da 5 a 18 mesi. E grazie anche al nuovo Fondo Nazionale Innovazione è un momento favorevole per avviare un’impresa e farsi finanziare delle idee. Questo non risolve i problemi del Sud in un colpo solo, ma è la scintilla che mancava per far esplodere le nostre intelligenze, le nostre competenze, le nostre eccellenze.