Lombardia, Veneto ed Emilia Romagna si terranno una parte dell’Irpef (ed eventualmente dell’Iva) generata sul loro territorio per finanziare le competenze aggiuntive che saranno assegnate con l’autonomia differenziata. Il finanziamento iniziale sarà in base al «costo storico», cioè quello che lo Stato oggi spende sul territorio: ma se entro tre anni non saranno fissati i costi standard, bisognerà comunque garantire che le risorse assegnate non siano meno della media pro capite nazionale. Una rivoluzione copernicana. Arrivata ieri con il via libera del ministero dell’Economia. Ad annunciarlo il sottosegretario Massimo Garavaglia con la ministra per gli Affari regionali Erika Stefani.

Per la Lega è un risultato storico che spiana la strada all’esame delle intese all’ordine del giorno del consiglio dei ministri di stasera. Al di là dell’atteggiamento “comprensivo” nei confronti di Luigi Di Maio, Matteo Salvini passa subito all’incasso sulla bandiera più identitaria del Carroccio. Per ora il M5S resta in silenzio. Per arginare la vittoria leghista è pronta la richiesta di ridare centralità al Parlamento. Ma la battaglia parlamentare ci sarà comunque. La questione, sottolinera la Stampa,  è tutt’altro che risolta. Nonostante l’impegno del presidente del Consiglio Giuseppe Conte a chiudere entro il 15 febbraio, difficilmente oggi si riuscirà a sciogliere quei «nodi politici» citati dalla stessa ministra per gli Affari regionali Erika Stefani. «I testi sono pronti — annuncia la ministra — c’è anche l’accordo sulla parte finanziaria», cioè sui soldi da dare alle regioni per gestire direttamente tutta una serie di competenze. Il problema è, appunto, politico.

Perché quei «nodi» ancora aperti riguardano, guarda caso, tutte materie gestite dai ministri MSS, che al momento dicono no ad alcune delle richieste-chiave delle regioni, soprattutto Veneto e Lombardia a guida leghista. Un deputato leghista commenta: «Quando ho visto la bozza ho capito…». Il documento è una pagina divisa in due colonne: a sinistra l’elenco delle richieste delle regioni, a destra le controproposte dei vari ministri competenti. «Le obiezioni — continua il deputato della Lega— sono tutte dei ministri 5 Stelle. E un fatto politico, la palla sta a Di Maio e Salvini».