Ultime ore di conto alla rovescia per l’atterraggio della sonda marziana Mars InSight, lanciata sette mesi fa e destinata allo studio dei terremoti e della struttura geologica del Pianeta Rosso. Il lander sarà il primo a raggiungere Marte dal 2012, quando toccò a “Curiosity” toccare il suolo marziano alla ricerca di campioni di roccia che potessero preservare le tracce di una remota vita unicellulare. InSight dovrà per prima cosa sopravvivere alla fase di ingresso nell’atmosfera, in cui dovrà rapidamente decelerare da una velocità di 19.000 chilometri orari ad appena otto: l’ingresso nell’atmosfera è previsto per le 20.47 ora italiana; seguiranno quelli che la Nasa ha definito solo in parte scherzando “sei minuti e mezzo di terrore”. Le statistiche infatti dicono che delle 43 missioni lanciate verso Marte solo 18 sono atterrate indenni – un tasso di circa il 40%. Se tutto va bene, i primi segnali con la conferma dell’avvenuto atterraggio arriveranno alle 21.01.
Per l’atterraggio vero e proprio InSight utilizzerà la stessa tecnologia di “Phoenix”, la sonda atterrata vicino al Polo nord di Marte nel 2008: la discesa sarà frenata sia da uno scudo termico abrasivo che da un paracadute; successivamente dovrà “mettersi in piedi” e dispiegare i pannelli solari, operazione di importanza fondamentale perché costituiscono l’unica fonte di energia per tutta la durata prevista della missione, circa un anno. La Nasa saprà quasi immediatamente se il lander sarà sopravvissuto all’atterraggio, ma per conoscere l’esito del dispiegamento dei panelli occorrerà attendere circa cinque ore, date le traiettroie delle due sonde orbitanti – il Mars Reconnaissance Orbiter e Mars Odyssey – che dovranno trasmettere le informazioni sullo status di InSight. InSight – acronimo di “Interior Exploration using Seismic Invstigations, Geodesy and Heat Transport” – è alto circa un metro ed è dotato di pannelli solari che una volta completamente dispiegati saranno larghi sei metri; il suo strumento principale è un sismometro fabbricato dall’Agenzia spaziale francese (Cnes).
I sei sensori di cui dispone lo strumento sono talmente sensibili da poter rilevare il più tenue movimento sismico, ma anche gli effetti gravitazionali della luna marziana Phobos, gli impatti dei meteoriti e possibilmente anche eventuali tracce di fenomeni vulcanici. La sonda dispone anche di una trivella che può arrivare fino a cinque metri di profondità, e che sarà in grado di misurare la temperatura sotto la superficie e quanto calore emani dall’interno del pianeta.