Aspettando il 2 giugno in Sicilia

 

Siamo ormai a ridosso della Festa della Repubblica italiana, nata il 2 giugno 1946 in seguito ai risultati del referendum istituzionale indetto per determinare la forma dello stato dopo la fine della disastrosa seconda guerra mondiale. Sarà un 2 giugno sobrio, questo del 2020. Sarà una festa poco festosa, che dovrà fare i conti con il distanziamento sociale post-pandemico, senza parata sui Fori Imperiali, senza persone per strada, senza ospiti nelle caserme italiane. Ci saranno solo le frecce tricolori a dipingere di bianco, rosso e verde il cielo di Roma, dopo aver sorvolato nei giorni scorsi tutto il territorio italiano in un abbraccio collettivo e catartico.

Ma se è deciso che le tradizionali celebrazioni saranno improntate  a criteri dettati da saggezza, prudenza e massima attenzione al momento di grave difficoltà dovuto all’epidemia da Covid 19, ci sono comunque significative espressioni della nostra società che hanno deciso di manifestare proprio nel giorno solitamente dedicato al genetliaco della nostra Repubblica.

Dal centrodestra alla sinistra pare che tutti abbiano la necessità di esprimere il proprio dissenso alle politiche governative. Tuttavia se in tante piazze italiane le manifestazioni previste saranno contro il governo Conte, in Sicilia da settimane ci si prepara per una manifestazione contro il governo regionale. E’ stato un mese di maggio rovente per Musumeci; da quando il presidente siciliano ha pensato bene di offrire un assessorato quale quello ai Beni Culturali e all’Identità Siciliana alla Lega di Salvini le polemiche, anche feroci, sono letteralmente esplose.

Tali polemiche sono state alimentate anche da dichiarazioni improvvide del governatore stesso che, di svarione in svarione, parlava, ad esempio, dell’“Identità siciliana” definendola “Fesseria”.

Avevamo dato conto delle diatribe esplose in seguito a tali dichiarazioni qui

https://www.identitainsorgenti.com/suggerimenti-lidentita-siciliana-e-molto-piu-di-una-fesseria/

Il governatore Musumeci, evidentemente innervosito dalle proteste dilaganti aveva peggiorato la situazione con altre incredibili dichiarazioni, derubricando la crescente protesta come il frutto isterico di “Una sparuta minoranza di poveretti” e arrivando addirittura ad affermare che “La gente perbene non parla e sta a casa”.

Intanto l’opinione pubblica si incanalava in maniera fluida e spontanea in gruppi e pagine social, alimentati in prima istanza dallo sconcerto di assistere all’ingresso nella compagine governativa siciliana della Lega e poi anche dalle citate dichiarazioni del presidente Musumeci. Troppo forte lo sdegno dinanzi a cotanto, sfacciato opportunismo politico: aver offerto nientemeno che i Beni Culturali e l’Identità Siciliana alla Lega (nord: si, l’hanno tolto…ma sempre Lega Nord rimane) non va proprio giù ai siciliani. Non è facile accettare che la gestione del nostro patrimonio culturale vada a chi ha troppo a lungo e troppo pesantemente denigrato il nostro passato, irriso al nostro presente, boicottato il nostro futuro. Due gruppi social, in particolare, hanno catalizzato l’attenzione di decine di migliaia di utenti Facebook: il primo, Fuori la Lega dalla Sicilia – No i Beni Culturali alla Lega., ad oggi conta 71.957 membri ed è legato alla pagina Amunì, sleghiamo la Sicilia ; il secondo  No Beni Culturali alla Lega Nord – Musumeci dimettiti! ad oggi conta  47.399 membri e risulta legato alla Pagina Antudo.

I due gruppi hanno evidentemente anime diverse ma entrambi portano avanti con vigore una forma di protesta social che consiste nel tenere alta l’attenzione sulla spinosa questione dei Beni Culturali alla Lega. Tra le forme di protesta la piazza ha sempre avuto un ruolo principe. E la piazza del 2 giugno vedrà protagonista solo una di queste due anime.

Sempre alla ricerca del pluralismo di vedute e con l’intento di dar voce a questi importanti gruppi che stanno veicolando una formidabile ondata di dissenso, abbiamo chiesto agli amministratori di entrambi un comunicato stampa.

Il gruppo Fuori la Lega dalla Sicilia – No i Beni Culturali alla Lega. Ci ha inviato quanto segue:

#sleghiamolasicilia Ciò che anima il seguente messaggio è partorito da un sogno che, crediamo, riguardi tutti i siciliani di qualsiasi orientamento politico, religioso, sessuale così come di estrazione sociale: un sogno di riscatto siciliano! In pochissimi giorni abbiamo creato qualcosa di grande che può, anzi deve, sfociare in un progetto rilevante. Pertanto, intendiamo mettere al bando qualsiasi forma di estremismo (destra o sinistra che sia) poiché danneggia e distoglie, tanto noi (amministratori) quanto i 72.000 membri, dal progetto politico che vogliamo portare a compimento: la tutela della Sicilia. Unire le parole ai fatti è ciò che dobbiamo e vogliamo fare ed è indispensabile far chiarezza sul fatto che la nostra è un’azione di protesta nei confronti di quella politica, che adesso, vuole amministrare e gestire tutto quel patrimonio culturale (e la nomina del leghista dott. Samonà ne è testimonianza) che da sempre ha oltraggiato e sminuito, facendo della discriminazione culturale meridionale il suo progetto politico.

Ribadiamo, altresì, la nostra distanza anche da movimenti indipendentisti o separatisti siciliani che, seppur con ideologie e modalità completamente opposte alle nostre, attualmente stanno esprimendo  il loro dissenso in Sicilia.

Manifestare adesso, considerando l’attuale periodo, è uno sfregio tanto alle vittime quanto a tutti coloro che continuano un’eccellente lavoro nella lotta al covid-19.

La protesta del 2 giugno, a parer nostro, è da considerarsi non una manifestazione bensì un’azione irresponsabile poiché vanificherà tutti gli sforzi e i sacrifici fatti dalle persone che continuano a lottare, ai medici e paramedici che ancora lavorano notte e giorno instancabilmente, e soprattutto nei confronti di chi non ce la fatta.

Abbiamo vissuto un dramma non indifferente e tutti, indistintamente abbiamo fatto enormi sacrifici; ci sono persone che in questi mesi hanno perso un familiare senza potergli dare un ultimo saluto; altre che in questi mesi hanno chiuso la propria attività e adesso stanno provando a riaprire tra mille difficoltà; chi in questi mesi ha preso una denuncia penale perché doveva spostarsi per un’emergenza vera; chi cura e ha curato mettendo a rischio la propria vita; chi non ha potuto mandare i figli a scuola; chi vorrebbe o avrebbe voluto tornare a scuola/università per fare un esame, rivedere un compagno, condividere un sorriso con gli altri; chi si trova in un’ altra regione e non può spostarsi per via delle restrizioni. E sinceramente vedere vanificati tutti questi sforzi per delle manifestazioni fini a se stesse, francamente mette rabbia. Tanta rabbia!!!

Siamo qui perché Siciliani! Ed esser tali significa aver ereditato virtù democratiche che operano ed agiscono per il bene della collettività… di tutta la collettivà siciliana”.

 

Ed ecco il comunicato stampa inviatoci dagli amministratori del gruppo No Beni Culturali alla Lega Nord – Musumeci dimettiti!

“Palermo: il 2 giugno i siciliani recapitano avviso di sfratto a Lega e Musumeci. Non si placa la protesta dei siciliani contro la scelta di Musumeci di affidare l’assessorato dei Beni culturali e dell’identità siciliana alla Lega Nord. Per martedì 2 giugno è prevista una manifestazione alle 18, in Piazza del Parlamento, davanti l’Ars. I siciliani chiedono che il Presidente della Regione ritiri la delega a Samonà e che si dimetta. In piazza verranno raccolte le firme per chiedere ai componenti dei gruppi parlamentari di presentare una mozione di sfiducia nei confronti del Presidente. Il gruppo Facebook che ha lanciato la manifestazione – chiamato “No Beni culturali alla Lega Nord – Musumeci dimettiti!” – conta ormai quasi 50mila iscritti. «Musumeci ha detto di noi che siamo una sparuta minoranza. Ma solo il gruppo Facebook conta un numero di iscritti pari ai voti che la Lega Nord ha preso alle ultime elezioni regionali. Questo partito, che è contro la Sicilia per antonomasia, non ci rappresenta. E non ci sentiamo rappresentati neppure da Musumeci che l’ha accolto a braccia aperte nel governo e ha pure insultato i siciliani». Il riferimento è alle recenti dichiarazioni del Presidente che ha definito i siciliani che dissentono “gente con problemi familiari”, affermando che le persone perbene, al contrario, stanno a casa e non parlano. Lo accusano, inoltre, di non essere all’altezza del ruolo che ricopre per lo scandalo corruzione che ha coinvolto dirigenti scelti dal precedente Governo e confermati da lui. Il 2 giugno arriveranno da tutte le province siciliane. Gli organizzatori fanno sapere che verranno rispettate tutte le misure di sicurezza previste dall’emergenza Coronavirus. In piazza i manifestanti porteranno pentole e stoviglie per far rumore e attirare l’attenzione dei politici. Ci saranno anche i simboli della Sicilia: coppole e bandiere siciliane. Hanno risposto all’appello anche artisti siciliani e tamburinari che musicheranno la protesta e studenti delle scuole superiori che, proprio ieri, hanno annunciato la loro presenza in piazza realizzando un flashmob”.

 

Dai due comunicati emergono chiaramente le divergenze di veduta dei due gruppi che, tuttavia, condividono la feroce stigmatizzazione della scelta del governatore Musumeci di aver affidato le sorti dell’assessorato ai Beni Culturali e all’Identità Siciliana ad un leghista.

A chi per anni ha denigrato noi meridionali, vantando millantate superiorità  e auspicando la ripresa eruttiva dei vulcani al grido di «Forza Etna, forza Vesuvio, forza Marsili», augurandosi «una catastrofe naturale nel Centro-Sud Italia», non avremmo mai voluto affidare il nostro Patrimonio culturale.

Anna Maria Alaimo