Arrestato Giuseppe Mandara, 68 anni, titolare dell’omonima azienda di prodotti caseari. Nelle prime ore della mattinata, personale del centro operativo della Dia di Napoli ha dato esecuzione alla misura cautelare personale degli arresti domiciliari emessa dal gip di Napoli su richiesta della Dda partenopea, per il delitto di associazione per delinquere di tipo mafioso e di riciclaggio e reimpiego.
In particolare, le indagini della Dia hanno consentito di far luce sulla genesi e sull’evoluzione dell’importante azienda di prodotti caseari, il cui stabilimento ha sede nel comune di Mondragone ma il cui marchio e’ ben noto in Italia e all’estero.
Dalle indagini, che si sono avvalse di dichiarazioni di collaboratori di giustizia, documenti e intercettazioni, e’ emerso che il gruppo camorristico di Mondragone, di cui Augusto La Torre era il capo, nel 1983 costitui’ con Giuseppe Mandara “una societa’ a partecipazione mafiosa il cui atto iniziale fu l’acquisto del caseificio, operazione avvenuta con denaro contante interamente finanziato dal clan mondragonese attraverso i familiari di La Torre”, scrive il procuratore aggiunto Giuseppe Borrelli.
Le indagini della Dia hanno acceso un faro sulla genesi e l’evoluzione dell’imperoMandara (ILC Mandara spa), il cui stabilimento ha sede a Mondragone, in provincia di Caserta. Dalle indagini di natura patrimoniale e dal riscontro delle dichiarazioni rese da diversi collaboratori di giustizia è emerso che, già nel 1983 Augusto La Torre, capo dell’omonimo clan della camorra, costituì con Giuseppe Mandara una società a partecipazione mafiosa il cui atto iniziale fu l’acquisto del caseificio dell’omonimo gruppo caseario.
L’operazione, secondo quanto accertato dalle indagini della Dia, venne finanziata con denaro contante interamente finanziato dal clan mondragonese, attraverso i familiari di La Torre. Gli stessi La Torre, poi, ripianarono con ulteriori versamenti di denaro l’intera posizione debitoria in cui lo stesso giusppe Mandara versava sin dagli anni ’70, investendo nell’operazione circa 700 milioni di lire. Nel corso degli anni, anche grazie al potere economico derivante dal vincolo con il clan La Torre e del controllo territoriale del gruppo criminale sul territorio di Mondragone, Giuseppe Mandara è riuscito a creare, nel campo dell’industria casearia, un vero e proprio impero economico.
Le indagini, successive, all’annullamento della misura cautelare già applicata allo stesso Mandara, oltre a consolidare la prova di numerose circostanze di fatto già accertate attraverso le precedenti indagini, hanno permesso agli inquirenti di implementare il quadro probatorio, ricostruendo con precisione i pesanti episodi di intimidazione ai danni di proprietari di alcuni terreni di Mondragone: una vicenda estorisva che ha consentito l’estensione dell’area del caseificio e, in particolare, le gravissime condotte di depistaggio operate da Mandara a beneficio di Augusto La Torre e dei suoi complici, delle indagini all’epoca svolte dopo l’eclatante omicidio di Antonio Nugnes, già assessore e vice sindaco di Mondraghone, assassinato con il metodo della lupara bianca nel luglio del 1990