“L’incontro è andato bene. Abbiamo avuto ampie rassicurazioni sul fatto che il quadro non è allarmante come è sembrato in un primo momento. Analoghe iniziative sono state assunte in passato, con lo stesso grado di criticità, anche nello stesso porto di Gioia Tauro”. Così il presidente della Regiona Calabria, Giuseppe Scopelliti, al termine dell’incontro, durato circa due ore, tra gli amministratori locali calabresi interessati dal trattamento delle armi chimiche siriane nel porto di Gioia Tauro, e il governo. Un incontro necessario, dopo che lo stesso Scopelliti e i sindaci delle aree interessate si erano lamentati con l’esecutivo per non essere stati avvertiti tempestivamente del fatto che sarebbe stato Gioia Tauro il porto prescelto per le operazioni di disarmo concordate con il regime siriano nelle sedi internazionali. Entrando nel merito delle spiegazioni fornite dal governo, presente, oltre che col premier Letta, col ministro dei Traporti Lupi e con quello dell’Ambiente Orlando, Scopelliti ha riferito che “le operazioni di trasbordo avverranno in mare, a febbraio, da nave a nave, in un raggio di sicurezza che non coinvolge il territorio, e le autorità locali potranno assistere alle stesse operazioni. Queste dureranno dalle 8 alle 14, massimo 16 ore”.
“Crediamo che questa decisione – ha aggiunto Scopelliti – potrebbe dare serenità ai cittadini. La loro reazione, dipende da come noi esprimeremo la questione. Siamo stati molto rigidi e rigorosi nel chiedere garanzie per la sicurezza e su questo cc’è stato un impegno forte da parte del governo”. Prima dell’incontro, entrando a Palazzo Chigi, Scopelliti aveva spiegato che lui e gli altri amministratori chiedono che “sulla Calabria e su Gioia Tauro si accendano i riflettori: un buon segnale sarebbe che il governo accolga la proposta, che noi abbiamo approvato all’unanimità, di istituire la zona economica speciale nel nostro territorio. Qualcuno – aveva aggiunto – in Calabria ha tentato di mettermi in mezzo al fatto che io conoscevo già la notizia dal 9 gennaio: niente di più falso, bisogna essere veramente dei criminali a dire queste cose perché si espone un’istituzione a una condizione di grande disagio sul territorio”.