Di Raffaele Ambrosino

Urbanisticamente la città di Napoli è sostanzialmente divisa in quattro aree: Napoli est, ovest, nord, centro storico. Ora, al netto delle effettive realizzazioni, per tutte queste zone vi sono progetti e iniziative pubbliche o private che mirano alla riqualificazione e alla rinascita del territorio. Tutte, tranne una.

Per Napoli est (che comprende i quartieri di Barra, San Giovanni, Ponticelli, Poggioreale) spicca l’interesse e l’iniziativa di numerose aziende private che, con risorse economiche proprie e attraverso il consorzio NaplEST, hanno annunciato investimenti per 2 miliardi di euro per realizzare nuove residenze, servizi di quartiere e grandi attrezzature per la cultura e il tempo libero, attrezzature per il commercio e la logistica, per il turismo e il diportismo, attività direzionali, artigianato, produzione di beni e servizi e nuovi spazi aperti di qualità come parchi e luoghi di incontro.

Per Napoli ovest, c’è il progetto Bagnoli. Un progetto di carattere nazionale: è lo stesso governo centrale, attraverso una procedura commissariale, a intervenire, con Invitalia, per la bonifica e la riqualificazione del sito. A ridosso, c’è Fuorigrotta, quartiere da sempre ricco di attrattive: Mostra d’Oltremare, zoo, Edenlandia (ora in fase di ristrutturazione), lo stadio, la piscina olimpica Scandone, il Palabarbuto.

Per il Centro storico si sono doverosamente mosse le Nazioni Unite che, attraverso l’Unesco, hanno stanziato 100 milioni di euro per la riqualificazione e la salvaguardia del patrimonio artistico e culturale del cuore cittadino.

E veniamo a Napoli nord (che va da Scampia a Secondigliano, passando per Chiaiano, Miano, Piscinola e San Pietro a Patierno) che è l’unica area della città abbandonata a se stessa. Non c’è alcun progetto concreto che miri a una trasformazione urbanistica, culturale e sociale di questo territorio, trattato dai sindaci, passati e presenti, come un ghetto. Unico slancio che si ricordi fu la proposta di Rosa Russo Iervolino di realizzare il nuovo stadio al posto delle caserme di Miano, volontà che il patron del Napoli Aurelio de Laurentiis stroncò subito con un laconico, e a tratti anche offensivo: “Non verrò mai a giocare a Miano”. Per volere della politica, il resto dell’area ospita un carcere, una discarica, due campi rom (uno abusivo e l’altro regolare) ed è stato ed è all’attenzione dell’attuale sindaco Luigi de Magistris, che ha manifestato l’idea di utilizzare degli spazi per la realizzazione di un altro carcere e di un impianto per il trattamento dei rifiuti umidi.

Ma anche nei programmi degli altri candidati sindaci non si intravede alcun progetto di rinascita di questa parte della città che invece, mai come ora, dovrebbe ricevere molta più attenzione. Tanto più che dell’annosa questione Bagnoli, che toglieva tempo e tantissime energie all’amministrazione comunale, se ne occupa ora Palazzo Chigi.

Un pensiero su “Area Nord di Napoli: zero attenzione, zero progetti”

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