Molti applausi ma c’e’ anche chi abbandona la sala per la crudezza delle immagini all’anteprima di ’12 Years a Slave’ (’12 anni schiavo’) di Steve McQueen, film tratto dall’omonima autobiografia di Solomon North (il nero che venne venduto a un cotoniere della Louisiana) che ha aperto la rassegna ‘Capri, Hollywood’, dedicata quest’anno all’Africa. ”Immagini quasi attuali – dice Gemma Vecchio, motore della onlus Casa Africa che assiste i migranti – la nudita’ degli schiavi dell’800 mi ha ricordato quella dei migranti a Lampedusa, sembra non sia passato un secolo. Ho sofferto molto a vedere il film ma sopratutto perche’ e’ l’ignoranza ad essere ancora attuale. Bisognerebbe cominciare a non definire piu’ dei nostri simili con la parola schiavo, come se fosse una razza a parte, pensiamo invece a condannare gli schiavisti che ancora oggi costringono i bambini nelle fabbriche”. Il film e’ al centro di polemiche internazionali per il manifesto italiano usato nella pre-campagna accusato di ‘razzismo’ per aver ‘dimenticato’ il protagonista assoluto Chiwetel Ejiofor e puntato sulle star ‘bianche’ Michael Fassbender e Brad Pitt, quest’ultimo anche produttore della pellicola. ”E’ un film bellissimo, sono orgoglioso di averlo interpretato e vi ringrazio per l’accoglienza che gli avete tributato a Capri”, dice Michael Fassbender rompendo il silenzio sul film in un messaggio inviato al produttore di ‘Capri, Hollywood’ Pascal Vicedomini. (