Uno dei primi impegni del governo sarà infatti quello di recuperare più di 12 miliardi di euro per scongiurare il possibile aumento dell’Iva. Un aumento, questo, tanto temuto quanto usato come spauracchio da chi non crede nelle capacità di gestione economica del prossimo esecutivo. Sul 2019 e sul portafoglio di tutti gli italiani pende infatti l’incognita delle clausole di salvaguardia, la cui «sterilizzazione» non è ancora scongiurata. Nel corso delle ultime settimane i ricercatori dell’ufficio studi della Cgia di Mestre hanno elaborato alcuni modelli matematici per capire cosa succederebbe nel caso questi soldi non si riuscissero a trovare. E il risultato è tutt’altro che confortante. Dal primo gennaio prossimo la tassazione indiretta passerebbe, infatti, dal 22 al 24,2%. Almeno per quanto riguarda l’aliquota ordinaria dell’Iva. Gli studiosi della associazione di categoria degli artigiani hanno notato, poi, che questo eventuale aumento porterebbe il nostro Paese nella infausta posizione di primato all’interno dell’eurozona. Quell’aliquota ordinaria al 24,2% sarebbe, infatti, la più alta d’Europa. La Cgia di Mestre offre una mappa dettagliata di questo infausto scenario che comporterebbe per ogni famiglia italiana un aggravio nel bilancio familiare di 242 euro. Cifra che, nel dettaglio, si può articolare nel seguente modo: 152 euro di media per l’acquisto di beni e servizi con l’aliquota ordinaria e 90 euro per quelli che beneficiano dell’aliquota ridotta.