La Sicilia affonda nella recessione: con un Pil che a fine anno calerà del 4% sul 2012; con una domanda delle famiglie che riporterà il -3,5%. Con gli investimenti in macchinari e attrezzature che registreranno il -5%. E per il 2014 non c’è alle porte alcuna inversione di tendenza. La denuncia è della Cisl Sicilia che affinché l’Isola possa uscire dal tunnel della crisi, invoca una “rottura storica col passato, nella gestione della spesa e della cosa pubblica”. Per la Cisl in Sicilia c’è bisogno di “coraggio affinché con la prossima legge regionale di Stabilità prenda le mosse una strategia di risanamento e sviluppo”. Perché in Sicilia, anticipa il sindacato, “per decenni milioni di euro sono stati risucchiati da sprechi, clientele, rendite, inefficienza, disorganizzazione”. Ma con un’economia italiana che non cresce e una realtà siciliana in perenne emergenza, “serve un’inversione di rotta”: recuperando e dirottando risorse in favore di politiche di drastico taglio delle addizionali locali e regionali, per il superamento della crisi e la necessaria coesione sociale. Per questo è fondamentale il concorso di tutti: della politica, delle istituzioni. E delle forze sociali che, anch’esse, devono dare in Sicilia “segnali di discontinuità e di impegno innovativo e non rituale”.