Un Teatro Massimo gremito fino all’ultimo posto in loggione ha fatto da cornice al debutto di ‘Prometeo’, una rilettura in chiave contemporanea della figura del titano mitologico che ha donato all’umanità il fuoco della conoscenza, a partire dalle musiche di compositori che ne hanno scritto in epoche diverse: Liszt, Beethoven e Scriabin.
A dirigere l’Orchestra e il Coro, il direttore musicale onorario del Teatro Massimo Gabriele Ferro. La regia in presa diretta e le installazioni musicali e visive sono di Masbedo, il duo di videoartisti composto da Nicolò Massazza e Iacopo Bedogni. A interpretare Prometeo, l’attore, regista e performer Sabino Civilleri. Drammaturgia di Klaus Peter Kehr, drammaturgia visiva di Mariano Furlani. Al pianoforte Roberto Cominati. Maestro del Coro, Ciro Visco. Tanti applausi per un’opera che coniuga musica e videoarte che ha richiamato l’attenzione di tanti ospiti internazionali.
Il progetto registico e visivo crea una sorta di viaggio metafisico del protagonista, attraverso le suggestioni musicali tratte dal poema sinfonico Prometheus di Franz Liszt, dall’Ouverture e da una selezione di Die Geschöpfe des Prometheus op. 43 di Ludwig van Beethoven, e dal Prométhée. Le Poème du feu, op. 60 di Aleksandr Nikolaevič Scriabin.
L’opera si interroga sul senso del dono di Prometeo agli uomini: il fuoco della conoscenza è l’origine della civiltà, del progresso, delle arti, ma anche del dolore per la consapevolezza della finitezza dell’humana conditio.
Durante l’esecuzione delle musiche di Liszt e Beethoven, il video racconta l’immagine di un Prometeo disorientato che vaga a bordo di un’automobile, in un contesto urbano contemporaneo abitato da un’umanità plasmata dal suo inganno, liberata dal pensiero della morte e spinta a proiettarsi nel futuro. Con l’esecuzione del ‘Prométhée Le Poéme du feu’ di Scriabin, il performer, Sabino Civilleri / Prometeo, approda fisicamente in teatro. La sua immagine, proiettata sullo schermo grazie alle riprese in presa diretta, offre allo sguardo del pubblico una dimensione più esistenziale che mitica. Il suo corpo inquieto, più umano che titanico, viene mostrato e indagato dalle telecamere e da una coreografia di luci che rimanda alle partiture colorate teorizzate dallo stesso Scriabin per l’esecuzione della sua opera del 1910. Repliche il 4 giugno (ore 20:00) e il 5 giugno (ore 17:30).
(Spe/Adnkronos)