“Il tempo della guerra” è il titolo della mostra che si è inaugurata il 23 novembre ad Agrigento dedicata al pittore italiano Fausto Pirandello, figlio del noto letterato e drammaturgo Luigi Pirandello.
L’evento accresce la già riconosciuta validità artistica, italiana ed europea di Pirandello, pittore che fin dai suoi esordi portò dentro di sé l’amore per la terra natale del padre, la Sicilia, trasferendone i colori e la luce nei suoi dipinti. La sua formazione artistica fu influenzata da alcune avanguardie storiche, dagli esempi artistici di Picasso e di Braque; nei tardi anni 20 incontrerà il Surrealismo a Parigi, città dove l’artista terrà una sua prima personale mostra. Seguiranno gli anni in cui emergeranno più forti l’inquietudine, la sofferenza interiore che lo faranno approdare a un espressionismo dilacerato, in sintonia con la coeva ricerca romana più avanzata (Mafai e Guttuso), anticipando così i temi e i drammi della seconda guerra mondiale. Durante la vita Pirandello ha vissuto una rilevante attività espositiva, alla Biennale di Venezia e alla Quadriennale di Roma. Dopo la sua morte c’è stato un grande riconoscimento della sua arte da parte della Galleria Nazionale d’Arte Moderna (1976).
Studi recento hanno rivisitato la figura artistica di Pirandello, condensati nella pubblicazione del catalogo generale (Electa 2009 ) con una mostra dedicata agli anni della sua prima maturità, allestita alla Galleria Nazionale di Roma nel 2010. A tutto ciò si aggiunge la mostra alle Fabbriche Chiaramontane, promossa dagli eredi del pittore e dedicata agli anni della seconda guerra mondiale, all’operosità densa del pittore in quel periodo contrassegnato da uno snodo importante, ossia la sua visione aspra della realtà che, trasferita nelle sue opere, mano a mano viene trasfigurata in rito, mito e allucinazione.
L’esposizione comprende sessanta opere capaci di documentare una delle fasi più significative di passaggio della ricerca artistica del pittore. Trenta dipinti circa, provenienti da istituzioni e musei pubblici, da collezioni private, romane, milanesi e siciliane. Esposta anche un’ampia scelta di opere su carta perlopiù inedite (pastelli, acquerelli e sanguigne). A introdurre il tema della mostra, e le opere in questione, sono esposte anche opere di stagioni artistiche precedenti del pittore, prodotte tra Roma e Parigi: la “Scena camprestre” del 1926, la “Donna con bambino” del 1929 e la “Testa di bambola”.
L’esposizione, organizzata dalle Fabbriche Chiaramontane di Agrigento, è a cura di Fabrizio D’Amico e Chiara Bonami, con il contributo dell’Associazione Fausto Pirandello e i patrocini dei comuni di Agrigento, Porto Empedocle e Realmonte.
Maria Teresa Acquaviva
Fonte: Quotidiano Arte