Di GIULIA SALVATORI
Vida, 11 anni, capelli bruni che le accarezzano il volto, occhi vispi, desiderosi di apprendere e di conoscere. Aveva composto una canzone per la recita di Natale ma quella canzone non ha potuto cantarla. Quelle note non le ha potute intonare perché è dovuta tornare nel suo paese di origine, la Serbia.
La storia di Vida è quella di molti ragazzini del campo rom di Cupa Perillo, a Scampia, Napoli. Molti di loro frequentano la scuola “Ilaria Alpi-Carlo Levi” e molti hanno dovuto rinunciare alla recita di Natale perchè costretti a lasciare l’Italia. Come Vida. Per inseguire una possibilità di vita migliore nel loro paese di origine.
Oggi, a Cupa Perillo, c’ è una sorta di campo di concentramento. Senza filo spinato intorno. Ma con circa 800 persone, di cui ben 200 bambini rimasti al freddo, al buio e ora anche con i rubinetti a secco, che si preparano a trascorrere un Natale in condizioni di estremo disagio. Anziani e bambini ormai in ginocchio, situazioni sempre più disperate.
Nei giorni scorsi un blitz della polizia municipale e carabinieri aveva portato al sequestro di auto e camper risultati, in 8 casi su 10, rubati, con i numeri di telai abrasi o privi di copertura assicurativa. E poi, qualche giorno dopo, è stata tolta all’intero campo la corrente elettrica e l’acqua.
“Noi docenti della scuola “Ilaria Alpi- Carlo Levi” – si legge in un comunicato dei docenti della scuola – siamo fortemente preoccupati per le sorti dei nostri allievi e dei loro genitori, alcuni dei quali sono stati già mandati nei loro paesi. Proprio il giorno delle manifestazioni natalizie, in cui tutti gli allievi hanno mostrato i loro talenti e le loro competenze. Molti spettacoli erano in lingua rom e in lingua napoletana, perfettamente amalgamati e in sintonia con lo spirito di convivenza e integrazione che si dovrebbe vivere in ogni contesto di vita. Vedere i ragazzi orgogliosi di mostrare ciascuno la propria origine in perfetta armonia, è stato il vero spettacolo di Natale. In questa occasione anche la nostra dirigente scolastica, la professoressa Rosalba Rotondo, ha spiegato alla platea di genitori e alunni quello che sta succedendo a pochi passi dalla nostra scuola, mostrando preoccupazione per le sorti di tante persone che vivono pacificamente da anni accanto alle case napoletane del quartiere di Scampia”.
Da anni questa convivenza non era mai balzata agli onori della cronaca. Ora in pochi giorni l’equilibrio che c’era sembra essere definitivamente compromesso.