inceneritore

 

Riceviamo  dalle Mamme Coraggio che stamattina hanno protestato davanti all’inceneritore e pubblichiamo:

Oggi 26 settembre 2015

Ricostruire la città, avendo il CORAGGIO di sottolineare e ribadire la mostruosità di certe scelte, perché domani non possa, qualcun altro, essere ‘SCARTO’.
L’inceneritore di Acerra, simbolo di scelte politiche scellerate e mostruose.

Oggi…testimoniamo davanti al simbolo di tanta mostruosa amministrazione

Poi le ragioni, riviste e corrette, che ci hanno portato a fare questa scelta oggi…

“Ricostruire la città” intraprendere un cammino dove « i talenti e il coinvolgimento di tutti sono necessari per riparare il danno causato dagli umani sulla creazione di Dio ».
Un cammino che tanti uomini e donne normali, di questi territori hanno intrapreso da tempo. In ordine sparso, in tempi diversi, sacrificando famiglia e lavoro, volontariamente e senza alcuna responsabilità istituzionale o delega di mandato e rappresentanza.

Un cammino lungo il quale si è acquisito consapevolezza che l’Inceneritore, il traffico veicolare e le attività produttive in genere Inquinano, mentre Certe scelte degli amministratori della cosa pubblica “distruggono” il tessuto sociale, economico ed ambientale di un territorio e minano la salute delle comunità.

Come valutare la SCELTA, di costruire un inceneritore, su un territorio segnato dalle vistose ed ancora aperte cicatrici di 20 anni di esercizio di un’industria chimica e che avrebbe dovuto vedere negli interpreti dell’amministrazione della cosa pubblica, di chi deve anteporre l’interesse generale e la salvaguardia della salute pubblica, ben altre scelte, tese al risanamento e recupero di quelle aree per le generazioni di domani?

Una SCELTA ‘MOSTRUOSA’.
Costruire uno dei più grandi inceneritori d’Europa e sicuramente quello che brucia più rifiuti d’Italia (autorizzato per 600 mila t/anno), su un territorio, che la natura ha voluto fertile e rigogliosa, in una delle aree più densamente popolata del paese.
In un colpo la Campania, passa da zero a terza regione d’Italia per capacità di incenerimento.
Una scelta, degli amministratori della cosa pubblica, che ha caricato una specifica area e, la numerosa popolazione di quell’area, del carico ambientale e sanitario prodotto da circa 5 degli 8 inceneritori dell’Emilia Romagna[Rif1].

La giustificazione forniti, agl’occhi dell’opinione pubblica, a questa scelta ‘mostruosa’? :
Sostenibilità economica e limiti di emissione.

Emissione al di sotto dei limiti di legge, vanto ed ostentazione pubblicizzati ad ogni occasione, come se l’unico parametro oggettivamente significativo fossero le quantità di inquinanti presenti in un metro cubo di emissioni e no anche il totale dei metri cubi di area avvelenata riversati, ogni anno, sul territorio circostante e respirata dalle persone.

Far intendere, che alle stesse condizioni, bruciare un secchio o una montagna di spazzatura, produce lo stesso effetto nell’ambiente circostante e sulle persone, è un’offesa al buon senso e alle intelligenze delle persone [Rif.2].

Sostenibilità economica attraverso economie di scala. Sostenibilità ed economicità per chi? E’ del 29 giugno 2015 il Decreto Dirigenziale N° 36, relativo alla determinazione del costo di conferimento dei rifiuti nell’inceneritore di acerra. Dalla lettura del documento, quello che vorremmo sottolineare in questa occasione sono due aspetti:
• Nell’elenco delle voci di costo non vediamo comparire i costi sanitari per la popolazione, prodotti dall’esercizio dell’impianto.
• La scelta di sottoscrivere un contratto con il gestore (dell’Inceneritore di Acerra e lo stir di Caivano), che prevedere una remunerazione pari al 49,9% dell’energia prodotta dall’impianto e venduta (secondo il paradigma + brucia + energia produce + guadagna ). Un contratto che mette al riparo da eventuali riduzioni del costo di energia venduta, garantendo, in ogni caso, un canone annuo certo di circa 75 Milioni di € [Rif.3], che di fatto fa sì che la voce di costo più onerosa diventi quella per la gestione/conduzione degl’impianti , senza avere riscontro tra quello che rappresentano i costi reali di gestione e l’utile d’impresa.

In particolare, per quest’ultimo punto, ci chiediamo se sia riscontrabile in altre realtà del nostro paese e compatibile con un’attività di pubblico interesse ed ad alto impatto ambientale, la scelta, del governo Italiano, di consentire un utile di impresa, al gestore, non determinato nei limiti in % rispetto ai costi effettivi di gestione e in ragione di un rischio di impresa nullo, visto un fatturato in ogni caso garantito, un investimento privato per la realizzazione dell’impianto pari a zero, ed una forte compartecipazione pubblica per gli interventi di manutenzione straordinaria.

Combattere ed impedire ogni forma di possibile speculazione, a discapito dell’ambiente e della salute dei cittadini, ci sembra fondamentale per scoraggiare pressioni ed ingerenze sulle decisioni degli amministratori pubblici [Rif.: 4].

Siamo consapevoli che il nostro territorio è attanagliato da ulteriori emergenze ambientali: sversamenti abusivi, roghi tossici e traffico illecito di rifiuti, e riproporre ancora la questione inceneritore, sembra quasi ‘ideologica’, ma non è così, lo ribadiamo: l’INCENERITORE E’ IL SIMBOLO DI TANTA CATTIVA E MOSTRUOSA AMMINISTRAZIONE PUBBLICA e ci chiediamo se ci sia una REALE e TANGIBILE inversione di tendenza.

Ricostruire la città, « …il punto di partenza per un nuovo cammino per “ricostruire la città” … Una “polis” nuova presuppone anche una politica nuova»

Verissimo, abbiamo bisogno di una politica nuova. Ma, ad oggi, lungo il cammino già intrapreso, abbiamo constatato che cambiano gli uomini della politica istituzionale, ma i problemi rimangono.

Il cammino intrapreso per “Ricostruire la città” di acerra, doveva partire dal contrasto e diniego verso qualsiasi nuovo insediamento produttivo inquinante, sul territorio di acerra, proprio in ragione della storia passate e recente di questo territorio. Un volontà e posizione ribadita dalle istituzioni locali e dal consiglio della città metropolitana di Napoli.
Ma come abbiamo imparato, a nostre spese, il divario tra ciò che promettono e dicono alcuni amministratori pubblici e politici istituzionali e quanto riscontrabile nei fatti, a volte può essere non scandaloso, ma addirittura “delittuoso”.

Rispetto ad una unanime richiesta di moratoria, per impedire ulteriori carichi a danno dell’ambiente e della salute dei cittadini di questo territorio e poter così cominciare a pianificare e programmare interventi di riduzione, mitigazione e miglioramento generale riscontriamo:

 

• Nessuna certezza, formalizzata da concreti atti amministrativi, circa il divieto di insediamenti/modifiche ed ampliamenti di attività produttivi impattanti sul territorio di Acerra;

• A dispetto di un’autorizzazione per 600 mila t/anno, siamo arrivati a circa 700 t/a senza che questo ulteriore aggravio di emissione abbia prodotto un minimo pubblico sussulto, da parte delle amministrazioni, istituzioni sanitarie ed ambientali. Al 5 inceneritore, sul territorio di acerra, si è aggiunto il 6 senza colpo ferire.

• La centralina di monitoraggio dell’aria, della scuola Capasso di Acerra, fuori dalla rete regionale di monitoraggio. Questo nonostante le rassicurazioni di una modifica del piano, per il rientro della stessa nella rete regionale da parte dell’amministrazione comunale.

Ecco la politica Istituzionale A questo ci hanno abituato…alla contraddizione…sempre!!

Ricostruire la città, avendo il CORAGGIO di sottolineare e ribadire la mostruosità di certe scelte, perché domani non possa, qualcun altro, essere ‘SCARTO’.
L’inceneritore di Acerra, simbolo di scelte politiche scellerate e mostruose.

Oggi…testimoniamo davanti al simbolo di tanta mostruosa amministrazione..