Inaugurato il Gambrinus (128 anni fa): Artisti, scultori, letterati e altri amici. È lo speciale pubblico che ammirò per la prima volta le salette del Gran Caffè Gambrinus, inaugurato a Napoli il 30 ottobre del 1890.
Il suo nome deriva dal mitologico re delle Fiandre Joannus Primus, considerato patrono della birra. Il Gran Caffè Gambrinus rientra fra i primi dieci Caffè d’Italia e fa parte dell’Associazione Locali Storici d’Italia.
Arredato in stile Liberty, conserva al suo interno stucchi, statue e quadri della fine dell’Ottocento realizzate da artisti napoletani. Tra queste vi sono anche opere di Gabriele D’Annunzio e Filippo Tommaso Marinetti.
Negli anni della Belle Époque, personalità locali frequentavano le sale del bar per assistere al Cafè Chantant (o detto anche Café-concert).
Durante il periodo fascista il Gambrinus fu chiuso dal prefetto Giovanni Battista Marziali perché considerato luogo di ritrovo di antifascisti, anche se la ragione ufficiale presa a pretesto per la chiusura fu che la moglie del prefetto non poteva dormire a causa del frastuono proveniente dal caffè, sito al pianterreno dello storico Palazzo della Prefettura, sede della prefettura.
Gli ambienti che fino a quel momento erano stati del Gambrinus furono destinati ad ospitare una banca, fino a quando, negli anni del dopoguerra, l’imprenditore napoletano Michele Sergio riuscì a riaprire l’esercizio, rioccupando parte delle sale, quelle che si affacciavano su via Chiaia. La gestione venne portata avanti dai suoi figli Arturo e Antonio, i quali, dopo una controversia con il Banco di Napoli, riuscirono a recuperare i locali occupati dalla banca (ovvero le sale che affacciano su piazza Trieste e Trento e su piazza del Plebiscito).
Dalla Belle Époque in poi fu frequentato da personaggi storici: Gabriele D’Annunzio (il quale, secondo alcune fonti, avrebbe scritto ai tavolini del caffè la poesia ‘A Vucchella,[ musicata poi da Tosti, su scommessa con il poeta e amico Ferdinando Russo),[3] Benedetto Croce, Matilde Serao, Eduardo Scarpetta, Totò e i De Filippo, Ernest Hemingway, Oscar Wilde, Jean Paul Sartre, fra gli altri. Anche l’Imperatrice d’Austria Sissi, Elisabetta Amalia Eugenia di Wittelsbach nel suo viaggio a Napoli nel 1890 si fermò al Gambrinus.
Sostanzialmente riportato al suo antico splendore, è uno dei luoghi più frequentati di Napoli, sia dagli intellettuali dai turisti. Negli ultimi anni è stato visitato dai presidenti della Repubblica; di questi sono passati Francesco Cossiga, Oscar Luigi Scalfaro, Carlo Azeglio Ciampi, Giorgio Napolitano e Sergio Mattarella. Anche i presidenti del consiglio Romano Prodi e Silvio Berlusconi,[6] la cancelliera tedesca Angela Merkel si sono fermati.
Al Gran Caffè Gambrinus è nata, a partire dalla seconda metà dell’Ottocento la pratica del caffè sospeso che consiste nel lasciare un caffè pagato per le persone povere che non possono acquistarlo e concedersi il piacere di un caffè. Tale tradizione si è rinnovata in tempi di crisi proprio nel luogo in cui è nata. All’ingresso del Bar ancora oggi è posizionata una caffettiera gigante in cui si possono lasciare gli scontrini “sospesi” (lasciati appunto dai clienti) in favore di chiunque ne avesse bisogno. L’eco di questa pratica è giunta sino in America dove sono nate iniziative simili a quella napoletana