DI FAUSTA TESTAJ’

Fino 22 Dicembre sarà in scena al Teatro Stabile di Catania :”ROMEO E GIULIETTA,OVVERO LA PERDITA DEI PADRI”.Questa coproduzione dello stesso Stabile con la Compagnia Biancofango fa parte del più ampio progetto che il Direttore Artistico Laura Sicignano sta attuando per coinvolgere il mondo dei giovani e della scuola.Il teatro non è solo spettacolo a cui assistere, ma qui diventa palestra in cui 12 adolescenti catanesi, si cimentano con il corpo, la voce e tutto il loro vissuto emotivo.I giovani coinvolti hanno avuto un’occasione importante di alto livello professionale per mettersi alla prova,raccontare se stessi, il proprio mondo e la propria generazione attraverso uno strumento antico e modernissimo, il teatro, che è in grado di curare e far crescere, insegnare e liberare.

Questa esperienza, afferma la Sicignano “ non sarà per loro un ingresso nel mondo dello spettacolo, ma una tappa importante di crescita della propria intelligenza emotiva, stare insieme, lavorare ad un progetto comune, offrire il proprio lavoro al pubblico, è anch’essa una prova di maturità.Il teatro deve porsi in relazione con i giovani, ascoltare il loro linguaggio e crescere con loro.”Nella rilettura di Francesca Macrì ed Andrea Trapani,” Romeo e Giulietta” smette di essere una storia d’amore per diventare una storia di giovani infelici, di non comunicazione tra padri e figli, di errori troppo tardi riconosciuti e di un tempo troppo severo nel suo scorrere inesorabile.

La regia è firmata dalla stessa Macrì mentre Luca Tilli firma la drammaturgia musicale, eseguendo dal vivo le proprie composizioni al Violoncello, durante la presentazione dell’allestimento sottolinea :” la musica è una di quelle arti che non si vedono e che per questo gode di maggiore libertà. Le sensazioni che scaturiscono dalla collaborazione di 12 persone devono emergere dalla musica : bisogna vedere ascoltando ed ascoltare vedendo. Il teatro non è solo parola e i ragazzi devono capirlo, ci sono sentimenti e sensazioni espressi con il non detto, cioè con la musica.Ho usato la musica come una scenografia immaginaria, cercando di suggerire le temperature che i ragazzi-personaggi attraversano con la parole di Shakespeare, dando loro un cielo sotto cui agire”.

Questo spettacolo, assolve in pieno uno dei principali compiti di un teatro Stabile, che deve fare servizio pubblico, e tessere rapporti sempre più stretti con le scuole ed i giovani affinchè essi possano avvicinarsi al teatro come bene accessibile e necessario alla crescita dell’individuo.Gli attori in scena, saranno semplicemente due, nei ruoli dei padri Montecchi e Capuleti, ma i veri protagonisti saranno i giovani selezionati da Biancofango. Questa rilettura dà dignità al personaggio di Rosalina(ex fidanzatina di Romeo, subito scordata appena conosciuta Giulietta)accennato appena nella tragedia Shakespeariana e poi seguendo le indicazioni del drammaturgo e tutto un soffrire, soffre Romeo nel suo innamorarsi di tutto, Giulietta nel sentirsi troppo presto ingannata dal mondo degli adulti, Rosalina, splendido ritratto muto che ai margini del testo cerca silenziosamente di farsi spazio,soffre Benvoglio perennemente alle spalle di qualcuno.Insieme a loro una moltitudine di personaggi ognuno con una sigolarità ed umanità commoventi.

Tutti non sanno cosa sia l’amore eppure ne parlano continuamente, non sanno cosa sia l’odio eppure cercano ossessivamente di dargli una forma, cercano di lottare contro un mondo che non ha spazio per loro, urlano, strepitano, non sanno dove andare e vagano.Sono stati scritti 400 anni fa, ma non ci sembrano lontani dai ragazzi di oggi. Come sfondo in questa lotta eterna tra Montecchi e Capuleti, padri e figli, giovani e vecchi, realtà ed immaginario : il calcio, non quello spettacolarizzato dai mass-media, ma quello delle partite sotto casa, nelle strade,con palloni sgonfi o lattine vuote.