“Carnevale conferma la sua natura di festa anti-crisi. E anche nel 2016 il bilancio delle vendite di dolci tradizionali si chiude con vendite stabili o con leggeri incrementi sullo scorso anno. Tra frappe, castagnole, chiacchiere e quant’altro, il giro d’affari complessivo dei dolcetti tipici di Carnevale è di quasi 400 milioni di euro”. E’ quanto emerge da un’indagine sul Carnevale promossa da Assopanificatori, l’associazione di categoria che riunisce forni e pasticcerie Confesercenti, sulle imprese del settore, che lo rende noto con un comunicato ufficiale diramato il 9 febbraio 2016, e che riproduciamo integralmente. “Di solito, i dolci tradizionali carnevaleschi non soffrono la crisi”, spiega Davide Trombini, Presidente di Assopanificatori, “è come se le persone scegliessero di concedersi qualche peccato di gola in più prima della Quaresima. Una concessione che gli italiani si sono permessi anche durante la fase più acuta della crisi, invogliati da un’offerta che si è andata ampliando negli anni, con creme al pistacchio o alla nocciola che vanno a guarnire ravioli e frittelle, assieme ai dolci tradizionali come frappe e castagnole, creando una proposta molto variegata”. E questo nonostante quello del 2016 – citiamo ancora testualmente – sia stato un Carnevale anticipato: quest’anno, infatti, la festività, che è mobile, come la Pasqua, è caduta circa 10 giorni prima del 2015, creando una sovrapposizione  con la coda dei consumi natalizi e dell’Epifania. Il meteo ha giocato, invece, a favore della festa. “Il fatto che il Carnevale quest’anno sia iniziato prima del solito non ha aiutato”, spiega ancora Trombini. “Il clima, invece, è stato un vantaggio: l’inverno eccezionalmente mite ha portato alla moltiplicazione e al successo delle iniziative carnevalesche in Italia. Un successo – conclude – che si è riverberato non solo sui flussi turistici, ma anche sui consumi alimentari”.