L a Corte dei Conti torna ad accendere un faro sul Pnrr. E non solo per quanto riguarda lo stato di avanzamento della spesa, che continua a creare qualche grattacapo: al 26 novembre 2023 risultavano spesi 28,1 miliardi (circa il 14,7% del totale delle risorse), mentre restano da spendere 138,2 miliardi per conseguire tutti i target previsti. Ma l’attenzione dei magistrati contabili è concentrata anche sulle irregolarità che cominciano a venire fuori dai controlli effettuati sul campo. L’inaugurazione dell’anno giudiziario dei magistrati contabili è ancora una volta l’occasione per fare il punto sulla situazione della spesa pubblica. E, davanti alle più alte cariche dello Stato, dal Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella al ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, il presidente della Corte, Guido Carlino, tiene a ribadire anche la imparzialità e la terzietà dei magistrati contabili, che devono esercitare il loro mandato in autonomia e indipendenza. In controluce si può vedere anche l’eco della vicenda del consigliere Marcello Degni, che a inizio gennaio con un tweet ha polemizzato con il governo, gesto a cui è seguito l’invio degli atti al procuratore generale. Sulla stessa linea il Procuratore generale, Pio Silvestri: “L’essere magistrato non consente alcuna distrazione ed anzi impone un self restraint, tanto nella vita pubblica quanto in quella privata, necessario a dare sostanza al rispetto assoluto del dovere dell’imparzialità e, al contempo, concretezza al prestigio dell’ordine giudiziario, anche con riferimento all’immagine che la magistratura,
come potere, offre di sè ai cittadinie alla credibilità che essa deve conservare ai loro occhi per legittimare l’esercizio della giurisdizione, come funzione essenziale per l’attuazione dello Stato di diritto”.
Ma è soprattutto sui temi economici che si soffermano le relazioni presentate ieri. E il numero uno dei magistrati che vigilano sui nostri conti pubblici torna a insistere sulla necessità di tenere ben ferma la rotta dei nostri conti pubblici, soprattutto in un contesto internazionale fortemente caratterizzato dall’incertezza: “La gestione della politica economica si trova davanti a nuove sfide, sia sul fronte dell’economia reale che della gestione dei conti pubblici. Spinte ed esigenze diverse, sapientemente bilanciate, devono garantire un percorso di riequilibrio dei conti e un graduale rientro del rapporto debito/Pil”. Stop, invece, a quello scudo erariale introdotto in via eccezionale durante il periodo del Covid per porre un rimedio alla paura della firma da parte dei funzionari pubblici. “Il sistema delle garanzie, unitamente alla perimetrazione normativa dell’elemento psicologico – osserva Carlino – sembrerebbe
rendere non necessaria la ulteriore proroga del cosiddetto scudo erariale, finalizzato a escludere le condotte attive dall’ambito di applicazione della colpa grave. Il presidente della Corte dei Conti fa
notare anche che “dopo le riforme del 1994, l’ambito delle attribuzioni giurisdizionali e di controllo della Corte ha costituito oggetto di ulteriori e numerosi provvedimenti normativi, spesso avviati con decretazione d’urgenza che, sovrapponendosi all’originario tessuto legislativo, ne hanno indebolito l’iniziale organicità”.
Dal Pg, Silvesti invece arriva un monito sul Pnrr. “L’attuazione del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, terminata la predisposizione delle regole di contesto, è entrata nel vivo e già si registrano diverse segnalazioni di irregolarità. In particolare, si tratta di indebita percezione, non corretto utilizzo dei fondi da parte dei soggetti attuatori, irregolarità nella percezione dei contributi sub specie di opere non conformi al progetto o di assai significativi ritardi nella loro attuazione”.