Arriva il ministro Padoan e Napoli gli riserva la meglio: la sala delle assemblee del Banco di Napoli. E’ lunedì 15 giugno e la Fondazione Mezzogiorno Europa ha chiamato la quintessenza di imprenditori ed economisti a colloquio con il responsabile del dicastero dell’Economia. L’obiettivo? Rimediare politicamente alla compassata critica di un compassato presidente emerito della Repubblica: il governo non ha idee per il sud, lo ha dimenticato, espulso dalla sua agenda, messo tra parentesi. Il graffio – se mai Giorgio Napolitano ne fosse capace – risale alla sua commemorazione di Gustavo Minervini, stesso luogo. Critica che ha dato al stura anche a un timido dibattito locale che, qui cantato e qui suonato, non è arrivato nemmeno alla foce del Garigliano.
Ecco perché tanta attesa per Padoan. L’incontro presenta un tema ambizioso. Si parla delle “politiche di investimento in Europa e in Italia”. Si parla di “sviluppo del Mezzogiorno”. Ci si aspettava…
Ci si aspettava che cosa?
Nel salone delle assemblee di via Toledo 177 le domande indirizzate al ministro non sono mancate. Hanno echeggiato tra stucchi e arazzi di un tempo che fu, quando alla guida del Banco di Napoli c’era un certo Ferdinando Ventriglia. Altri tempi.
Dinanzi al ministro, moderati dal direttore del Denaro Alfonso Ruffo, hanno sfilato imprenditori (come Luigi Carrino e Marco Zigon, e il presidente delgi industriali di Napoli Ambrogio Prezioso) ed economisti (come Massimo Lo Cicero, Mario Mustilli, e il presidente di Svimez Adriano Giannola). Anche Vincenzo De Luca, neo governatore della Regione Campania, dice la sua, raccogliendo l’applauso più lungo.
In sintesi. Tutti questi signori non hanno chiesto inventivi. Non hanno chiesto leggi speciali. Non hanno chiesto zone franche. Non hanno parlato di fiscalità di vantaggio per compensare le condizioni di contesto sfavorevoli. Meno che mai hanno chiesto una nuova Cassa per il Mezzogiorno.
All’osso le domande sono state tre, semplici e dirette:
- Perché da 11 mesi non viene individuato il commissario di governo per Bagnoli?
- Perché dopo otto commissari al porto di Napoli non si riesce a trovare una guida esperta, competente e autorevole?
- Perché a distanza di oltre un anno l’Agenzia per la Coesione territoriale non parte?
E il ministro? Non rispose.
Si è arrampicato come un barone rampante per specchi e arazzi, svolgendo una specie di lezione di macroeconomia.
E’ la riprova che il governo una seria politica per lo sviluppo del Mezzogiorno non ce l’ha. Non ancora.